Il porto di Trieste e gli investimenti cinesi: più opportunità che rischi, a patto di osservare le regole europee. Incontro del Propeller Club di Trieste
TRIESTE – «Se trattassimo come Stati Uniti d’Europa saremmo una potenza mondiale in grado di muoversi a livello internazionale al pari delle maggiori altre. Ad ogni modo, è necessario ci sia reciprocità, rispetto delle leggi comunitarie, nazionali, della cultura, dei contratti di lavoro e del sociale esistente in Italia ma non possiamo chiuderci: il nuovo non va respinto ma ci si deve confrontare a testa alta ed occhi aperti». Questo il commento del presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini, al termine dell’incontro organizzato dal Club e dedicato al Porto di Trieste e agli investimenti cinesi, in un’ottica nazionale e internazionale.
Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, che nelle scorse settimane ha firmato l’accordo con il colosso cinese CCCC (China Comunication Construction Company) è intervenuto sottolineando che si è trattato di un lungo percorso, iniziato quattro anni prima, e che l’operazione è avvenuta nell’ambito della EU-China Connectivity Platform, della quale CCCC è un interlocutore. «Al di là dell’accordo» – ha spiegato D’Agostino, – «per noi CCCC è un soggetto privato, per cui non mi posso vincolare, ci vorrà comunque una selezione». In definitiva la società cinese dovrà partecipare ad una gara, con le regole comunitarie, spiegando poi che l’accordo prevede che l’Authority possa essere inserita nella piattaforma logistica a Kosice che CCCC sta costruendo e, soprattutto, la possibilità per l’ente portuale giuliano di operare in Cina (sempre come partner di CCCC) in attività di logistica che possano favorire l’export di prodotti italiani.
Giorgio Cuscito, analista per la Cina della rivista di geopolitica Limes, ha invece posto l’accento sulle differenze tra il cosiddetto Mondo occidentale e il Paese del Dragone – «Dobbiamo essere consapevoli delle opportunità economiche ma anche del fatto che la Cina è una grande potenza con prospettive imperiali. Per i cinesi, il negoziato è qualcosa di diverso. L’accordo è un punto di partenza. Quindi ci saranno fasi di rinegoziazione» spiegando poi come in Cina la percezione dell’accordo con l’Italia (firmato a fine marzo dal presidente Xi Jinping) sia stata diversa dalla nostra: in Italia si è puntato sulla rilevanza economica, in Cina l’accento è stato posto sul successo politico e diplomatico.
Stefano Pilotto (docente alla Mib Trieste School of Management) ha parlato di visione positiva rispetto all’iniziativa «La nostra città vive e ha vissuto sul commercio. Oggi siamo di fronte ad una nuova grande sfida e Trieste deve accogliere con una certa fiducia questa opportunità, anche se abbiamo bisogno di accordi che vengano rispettati». Queste le parole dell’esperto di geopolitica e Storia, che ha poi accennato ai punti di forza della Cina come la presenza importante dovuta alla numerosa popolazione e al ruolo sullo scacchiere internazionale, in relazione alle politiche di Usa e Federazione Russa.
Vittorio Petrucco, presidente di Icop spa, società di costruzioni oggi impegnata nella Piattaforma logistica in fase di realizzazione nel Porto di Trieste e che ha avuto contatti con interessati interlocutori cinesi, dopo aver rivelato l’interesse nell’affare anche di Gruppi asiatici ed europei, ha illustrato l’importanza che già oggi hanno gli investimenti cinesi in Europa: «La Piattaforma logistica sarà probabilmente pronta entro l’anno, mentre stiamo risolvendo problemi di collegamento via treno e via strada»