Cecilia Battistello, Contship: Terminalista e armatore: “La contaminazione non funziona”

Cecilia Battistello Ekcelmann, Contship presidente

Il conflitto di interessi tra terminalista e armatore – Il confronto al Forum Shipping Meet Industry –  Cecilia Eckelmann Battistello, presidente Contship Italia: “La linea marittima faccia la linea marittima e il terminalista faccia il terminalista. Se noi arriviamo alla contaminanzione casca il palco”. Alessandro Onorato “In un paese come il nostro, dove tutto non funziona in modo ideale, spazio per terminal gestiti da armatori ci deve essere”. Il CASO CALATA BETTOLO

di Lucia Nappi

MILANO – Sul tema del conflitto di interessi tra terminalista e armatore, due opposte visioni di gestione di un terminal portuale, si è acceso un confronto-scontro a Milano, nell’ambito del Forum milanese Shipping Forwarding&Logistics Meet Industry- “La riforma portuale e la necessità di una post riforma, quali le prospettive?

Durante la tavola rotonda è intervenuta Cecilia Eckelmann Battistello, presidente del Gruppo Contship Italia SpA, operatore leader nel settore logistico, terminalistico portuale e ferroviario. Chiara e netta la sua visione, a ciascuno il proprio lavoro: “Dal mio puto di vista perchè funzioni bene è meglio che la linea marittima faccia la linea marittima e il terminalista faccia il terminalista. Se noi arriviamo alla contaminanzione casca il palco.” – avendo premesso prima –  “Contship gestisce 13 porti in Europa dalla Russia, ai porti tedeschi, a Tangeri, Gioia Tauro, La Spezia, Cipro ed altri progetti”

Opposta l’opinione dell’armatore Alessandro Onorato, manager di Moby – Gruppo Onorato: In un paese come il nostro, dove tutto non funziona in modo ideale, spazio per terminal gestiti da armatori ci deve essere. – Specificando poi: “Nel momento in cui il terminalista sa che l’armatore o viaggia da lui o non viaggia, si sente libero di fare tutto quello che vuole”- “Talvolta si crea un paradosso: il nolo marittimo è quasi superiore della quota che va poi in spese portuali e quindi anche al terminal rispetto a quanto rimane in tasca all’armatore” – “finiamo per lavorare per loro”. Onorato aggiunge anche il concetto d’investimento, spiegando che il terminalista quando è in posizione di forza spesso non sente il bisogno di investire:A Catania che gestiamo il terminal da un anno abbiamo fatto 60 assunzioni e comprato 12 ralle nuove. Nessun terminal in cui lavoriamo hanno fatto lo stesso”

Della stessa idea della presidente di Conship è Fabrizio Vettosi, managing director di Venice Shipping and Logistics: “Sul conflitto di interessi tra terminalista e operatore, ci deve essere indipendenza” – spiega Vettosi – “sono d’accordo con la signora Battistello, noi abbiamo un fenomeno di concentrazione ineludibile nel mondo armatoriale” – “Molti terminalisti sono molto bravi, i filippini, – (n.d.r. International Container Terminal Services, Inc. ICTSI) – “il caso di Contship, il nostro socio Global Ports Holding specializzatosi nel comparto crocieristico” – (GPH solo nel Mediterraneo gestisce una quota di mercato di navi crociera pari al 25%, oltre ad operare in 14 porti in 8 Paesi, ed è di alcuni giorni fa la notizia dell’acquisizione della concessione trentennale nei porti caraibici di Antigua e Barbuda.
L’indipendenza dà maggiore efficienza, garanzie e possibilità di controllo.” – argomenta Vettosi – “Non mi fa piacere vedere qualcuno che pensa di poter comprare l’infrastruttura con il traffico, perchè dice che porta il traffico nel porto e ne diventa il proprietario, non lo posso sopportare”.  Dalla platea la signora Battistello sottolinea: “non funziona”.

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A guardar bene recentemente il caso del Consorzio Bettolo a Genova è stato esempio di palese conflitto di interessi tra i due ruoli, armatore e terminalista. Un matrimonio impossibile tra i due soci: il terminalista Gip (i fondi anglo francesi Infracapital e Infravia) che gestisce a Genova il Terminal Sech e a Livorno il Terminal Darsena Toscana e, l’armatore Gian Luigi Aponte di MSC. Ancora prima di pervenire alla firma della concessione della banchina di Calata Bettolo, dopo mesi di contrattazione, si è arrivati al divorzio e con MSC che ha rilevato le quote societarie di Gip, diventando quindi proprietario del terminal.

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