Giulio Schenone, amministratore delegato di Gip, parla della nascita del terminal Sech (nel 25simo anno dalla fondazione) e dei due nuovi servizi acquisiti di Maersk (ME2) e di Hapag Lloyd che partiranno a breve. Confermato il piano di investimenti di 120 milioni, presentato nel 2015 per il rinnovo della concessione, che avverrà nel 2020 fino al 2045.
di Lucia Nappi
GENOVA- Il 1 giugno 1993 veniva rilasciata la concessione del Terminal Sech, alla società Gip (Gruppo investimenti portuali) formata dagli imprenditori genovesi: Luigi Negri, Giulio Schenone e dalle famiglie Cerruti e Magillo, “GIP al tempo era formato da pionieri, più che imprenditori”. Inizia così il racconto di Giulio Schenone, amministratore delegato della società, durante la conferenza stampa per l’anniversario dei 25 anni dalla fondazione di Sech. E’ schierato al tavolo anche il gruppo dirigenziale: Roberto Ferrari general manager di Sech, Paolo Casali direttore finanziario Gip, Massimiliano Cozzani direttore marketing Gip. Alla celebrazione si aggiunge l’annuncio dell’avvio, a breve, di due nuovi servizi di Maersk e Hapag Lloyd che daranno un impulso positivo ai traffici di Sech per il 2018.
– ME2 di Marsk che partirà da fine giugno, operato con navi da 8 mila teu, si tratta di una linea autonoma che viene da Genova Voltri. Rappresenta quasi “una prima volta” per Maersk nel terminal;
– Hapag Lloyd di cui è confermata la presenza dall’inizio di luglio. Ancora top secret il nome del servizio e la sua provenienza.
Con queste acquisizioni, Sech punta quest’anno al traguardo di 355 mila teu, considerando che “il 2017 si è concluso a quota 300 mila teu con una piccola perdita” come sottolinea Schenone: “si tratta una fase di normale assestamento rispetto al passato quando abbiamo lavorato a saturazione del Terminal, 400 mila teu”.
Giulio Schenone è l’unico genovese rimasto in Gip (5%) in seguito all’ingresso, un anno fa, della nuova proprietà costituita dai fondi d’investimento Infracapital e Infravia che hanno rilevato il 95% azionario. “Al tempo non esisteva ancora la legge 84/94 e tantomeno la Riforma portuale”- parlando della fondazione della società e del terminal, l’amministratore delegato, fa cenno agli inizi: “al tempo il mondo, i porti e il mercato dello shipping erano totalmente diversi, tanto che per decidere di rilevare la concessione del terminal non fu fatto, come sarebbe necessario oggi, un piano di impresa e di investimenti”.
Sicuramente bastò l’intuizione del gruppo di imprenditori, o meglio dei “pionieri” come ironicamente Schenone definisce se stesso e gli altri soci, che avevano saputo interpretare l’evoluzione del futuro del porto di Genova e del terminalismo in genere. “Sech è stato il secondo terminal d’Italia, dopo Sintermar Livorno”. “Al primo consiglio di amministrazione, dicembre del 1993, dopo appena 7 mesi di attività, il bilancio di previsione era di 1 miliardo e 173 milioni di perdita”, l’imprenditore ride, divertito al ricordo, sebbene non ridesse nel ’93. “ Sech è stato il primo caso in Italia in cui un terminalista si è comprato 4 gru in una banchina, all’epoca 40 miliardi di lire”.
Chiediamo quindi a Schenone: L’intuizione del tempo fu giusta? quali sono oggi i piani di sviluppo?
“Certo fu una visione lungimirante, anche se non era possibile prevedere come sarebbe evoluto il mercato. Oggi la nuova proprietà ha confermato il piano di investimenti di 120 milioni, presentato nel 2015 per il rinnovo della concessione, che avverrà nel 2020 e sarà fino al 2045. Adesso abbiamo speso una dozzina di milioni, prevediamo il rinnovo di 4 delle 5 gru di banchina, tra 7/8 anni, la sostituzione dei mezzi nel piazzale ed altri interventi”.
L’indirizzo verso cui la proprietà intende andare è la modalità ferroviaria, indispensabile per accrescere i traffici alleggerendo le banchine, i gate e la città dalla congestione dei tir, elemento di grande fragilità del porto di Genova. Sech è capace di ospitare navi massimo da 14 mila teu, sebbene la media sia da 10 mila teu. Con l’arrivo di navi sempre più grandi il terminal, la cui banchina è 500 mt, oggi può operare su un’unica nave mentre un tempo ne poteva ospitarne due in contemporanea.
Alla celebrazione dell’anniversario la società ufficializza anche il re-branding di Gruppo: Gip, TDT Livorno e Sech, riuniti sotto un unico logo. Il cambiamento della nuova proprietà che riunisce i due terminal di Livorno e di Genova senza competizione, ma due porti complementari per lavorare in sinergia, dal punto di vista gestionale commerciale e strategico. Servizi condivisi che prima mancavano, con personale confluito da Sech e da TDT, condivisione delle informazioni di entrambi i terminal dal punto di vista tecnico, della sicurezza, dell’ambiente ma anche nell’operatività, nei programmi, nella gestione acquisti.
Adesso tra le questioni più urgenti all’attenzione di Gip, rimane la firma della concessione per il terminal Bettolo, Schenone dà l’annuncio che l’accordo è in dirittura di arrivo: “Ci stiamo lavorando e contiamo di firmarlo nei prossimi giorni”.
Nella foto da sx: Giulio Schenone, Roberto Ferrari, Paolo Casali, Massimiliano Cozzani