Moretto: Contro i rischi della resa ex works, la manifattura valorizzi la logistica italiana

Silvia Moretto
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L’utilizzo diffuso della resa ex works in Italia – impiegata dal 73% delle aziende italiane, con punte del 91% in Veneto, contro il 30% di quelle tedesche, francesi e spagnole (fonte SRM) – comporta una perdita di competitività. Questa, infatti, non è data solo dalla qualità dei prodotti, ma anche dalla capacità di farli arrivare nei mercati di destinazione con tempi e costi congrui. Il Supply Chain Management è, infatti, uno dei driver fondamentali su cui possono puntare le organizzazioni – attraverso l’ottimizzazione della supply chain, economie di scala e scelte strategiche – per raggiugere i proprio obiettivi di internazionalizzazione e ottenere la soddisfazione del cliente finale. Sul tema è intervenuta la presidente di Fedespedi, Silvia Moretto, e vicepresidente vicaria di Confetra, nell’ambito del webinar “Il rischio d’impresa nella resa Ex Works”, organizzato da Accudire, ZPC e Ormesani. Sono intervenuti all’incontro anche: Alfonso Santilli, presidente di Credimpex Italia, Andrea Ormesani, vicepresidente di Confetra Nord Est.

“Delegare l’organizzazione della catena logistica al compratore estero, che si avvarrà di infrastrutture (porti, aeroporti) e fornitori esteri, rappresenta una perdita di opportunità di business per il nostro Paese”.  Ha ribadito Moretto è quindi “necessario scegliere i giusti termini contrattuali e valorizzare la gestione professionale della supply chain da parte di un consulente esperto. Questo significa controllo dei flussi per la manifattura, ma anche sviluppo e maggiore competitività per l’industria logistica italiana. Il testo finale del Recovery Plan va in questa direzione, riconoscendo alla logistica valore e funzione strategici”.

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Andrea Ormesani ha affrontato le implicazioni doganali e fiscali nell’utilizzo della resa ex works negli scambi internazionali. L’accento è stato posto sulla necessità per l’esportatore di gestire direttamente, o tramite consulenti fidati, l’attività doganale, per assicurare una corretta compilazione dei documenti, conoscere le informazioni che si trasmettono all’Agenzia delle dogane e prevenire sanzioni che vanno dal 100% al 200% dell’Iva.

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Le inefficienze e i rischi correlati alla resa ex works, così come le lentezze burocratiche e l’ingente documentazione da produrre e verificare nel contesto di supply chain complesse e frammentate, possono essere risolte dall’innovazione digitale, in particolare dalla blockchain. Abramo Vincenzi, CEO di Accudire Srl, ha messo in luce come questa tecnologia innovativa permetta a tutti i soggetti della filiera – dall’esportatore al compratore, passando per il vettore, le banche e il dialogo con le autorità doganali – di semplificare i processi e interagire in modo trasparente, garantendo immutabilità e certezza nella trasmissione dei dati.

La blockchain applicata al mondo delle spedizioni – che trova nella piattaforma Accudire il primo esempio in Italia – consente anzitutto di eliminare tutti i processi manuali nella gestione dei documenti, e i relativi errori, di velocizzare le operazioni e ridurre i costi. Inoltre, tra i diversi vantaggi permette di dimostrare l’avvenuta uscita delle merci dall’UE (Visto Uscire) per le spedizioni transfrontaliere e la prova di effettiva consegna per i flussi intra UE (CMR), anche per darne evidenza in tempo reale all’Agenzia delle Entrate per il rispetto del regime di non imponibilità dell’IVA.

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