Gronda, bufera sulla bocciatura del Mit- Autostrade: «Errori macroscopici»

Gronda Genova

di Lucia Nappi

ROMA – Soffia vento di bufera sulla bocciatura al progetto della Gronda di Genova annunciata dall’ormai ex ministro Danilo Toninelli.  L’analisi costi-benefici pubblicata sul sito del Mit, il 21 agosto mentre per il governo era già suonato il 90° minuto, ha messo nero su bianco che la Gronda sarà fatta, ma non come previsto nell’attuale progetto: «Vogliamo fare la Gronda per Genova, non la Gronda per Aspi»- questo il commento del ministro – «Continuiamo ad aiutare la città e ragioniamo sull’utilizzo dei possibili risparmi per altre opere davvero utili. La Lega, con la folle crisi di governo, cerca di salvare Autostrade dalla revoca della concessione e infatti il gestore privato si permette ora di alzare la voce, ma il M5S su questa partita non molla di un millimetro».

Immediata la reazione di Autostrade per l’Italia, che prospettato il ricorso alle aule del Tribunale,  dell’analisi costi-benefici mette in controluce: «errori macroscopici, soluzioni tecniche irrealizzabili, valutazioni dei dati del tutto arbitrarie» – Queste le considerazioni del gestore autostradale diffuse tramite comunicato –  «Nonostante tale uso assolutamente non corretto dei parametri, su cui Autostrade per l’Italia si riserva azioni legali a propria tutela, l’esito dell’analisi costi-benefici è positivo, confermando la netta prevalenza dei benefici sui costi dell’opera». «Qualora fosse tenuta in considerazione» – continuava ASPI – «questa analisi costi-benefici avrebbe come unico effetto quello di ritardare ulteriormente la realizzazione dell’opera, fortemente voluta dalla comunità genovese, dalle istituzioni locali e dall’intero mondo produttivo».

E’ scontro con Toninelli dalle fila della Lega: «Il prossimo governo farà la Gronda» – dichiara Matteo Salvini, mentre Edoardo Rixi responsabile Infrastrutture fa sapere: «La Gronda è un’opera indispensabile non solo per Genova e la Liguria, ma per il Paese. Non accettiamo che ci siano più manipolazioni finalizzate a procrastinare l’avvio dei lavori: c’è un progetto esecutivo pronto, gli espropri effettuati e l’opera ha già la copertura finanziaria, assicurata da anni di pedaggi che i liguri e italiani hanno pagato. L’analisi costi benefici, commissionata da Toninelli, i cui risultati avevamo chiesto fossero pubblicati mesi fa, ci ha dato ancora una volta ragione: il valore economico dell’opera è assolutamente positivo. Quindi basta rimpalli: non si pensi di andare alle calende greche con immaginarie varianti che snaturerebbero la finalità dell’opera, indispensabile per decongestionare il nodo autostradale genovese. Mi auguro che il Pd non sacrifichi la Gronda in cambio di qualche posto al sole. I cantieri devono partire il prossimo anno, senza più rinvii, immediatamente dopo l’apertura del nuovo ponte di Genova».

Infuocate anche le dichiarazioni del governatore della Liguria Giovanni Toti, rilasciate a  Il Secolo XIX: «Siamo pronti a una manifestazione pubblica se il nuovo governo non ci darà risposte e rassicurazioni immediate sulla realizzazione della Gronda di Genova e su tutte le infrastrutture strategiche per lo sviluppo del Paese».

Cosa è la Gronda
E’ un nuovo tratto autostradale che rappresenta il raddoppio dell’esistente A10 nel tratto di attraversamento  di Genova (dalla Val Polcevera fino all’abitato di Vesima). L’infrastruttura prevede 61 km di nuovi tracciati autostradali che vanno ad allacciarsi agli svincoli che delimitano l’area cittadina (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto). Il suo percorso si sviluppa quasi interamente in galleria (23 gallerie) per un totale di circa 50 chilometri, circa il 81% dell’intero tracciato. Le opere all’aperto comprendono la realizzazione di 13 nuovi viadotti e l’ampliamento di 11 viadotti esistenti.

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Ecco, secondo  Autostrade per l’Italia, quali soni i principali errori e incongruenze contenuti nell’analisi costi-benefici del Mit:

«1 – Le soluzioni alternative proposte non sono tecnicamente realizzabili, in quanto i lavori necessari non sono eseguibili, oppure bloccherebbero di fatto il traffico da e verso Savona per numerosi anni. Infatti le soluzioni alternative prospettate, invece di spostare il traffico pesante al di fuori del tessuto urbano, caricherebbero di pesanti flussi le tratte cittadine, congestionando ulteriormente la città di Genova. Inoltre, l’analisi del MIT non tiene minimamente conto delle valutazioni di sicurezza, elemento fondamentale per qualunque studio di questo tipo.

2. La cancellazione del progetto, che ha da tempo completato il suo iter autorizzativo, determinerebbe danni ingenti per lo Stato. ASPI, in seguito al contratto firmato con il MIT, ha già effettuato il 92% di espropri sul territorio e bandito gare per circa 700 mln di euro. Il mancato avvio dei lavori e una modifica del progetto, come stimato dalla stessa analisi costi-benefici, comporterebbe il risarcimento di oltre 1 miliardo di euro per i lavori finora svolti. Peraltro, il costo finale dell’opera è di 4,3 miliardi di euro, invece dei 4,7 erroneamente riportati dallo studio MIT.

3. L’analisi del MIT è basata su un progetto superato della Gronda, non sul progetto esecutivo. Vengono usate infatti planimetrie superate e inserite connessioni ad oggi non esistenti o non facenti parte del progetto di ASPI. Non si tiene conto inoltre della liberalizzazione del tratto della A10 tra Prà e Genova Aeroporto, richiesta dallo stesso MIT con l’approvazione del progetto definitivo nel settembre 2017. E’ dunque evidente che il gruppo di lavoro del Ministero non ha lavorato sul progetto esecutivo, di cui il Ministero è in possesso dallo scorso agosto, e che l’analisi è stata svolta senza alcun contraddittorio con Autostrade per l’Italia.

Qualunque tipo di modifica del progetto farebbe ripartire da zero l’iter progettuale e autorizzativo della Gronda, causando un ritardo di 6-10 anni nella realizzazione dell’opera, determinando il rischio di affossarla definitivamente.»

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