Sono centinaia di migliaia i marittimi che a causa delle restrizioni di viaggio imposte dall’emergenza globale del Covid -19, si trovano ancora bloccati a bordo delle navi in tutto il mondo, non possono sbarcare e tornare a casa, ed essere sostituiti da altri equipaggi. Una situazione “inaccettabile” spiegano in un appello congiunto Ecsa ed Etf, le associazioni europee degli armatori e quella dei lavoratori europei, che in occasione della Giornata del marittimo 2020 lanciano l’appello: “Lasciateli tornare a casa”. Chiedono alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri “di adottare immediatamente misure coordinate per consentire ai marittimi di tornare a casa, fruire delle cure mediche, in caso di necessità e godere di brevi periodi di franchigia a terra”. In alcuni casi sono confinati sulle navi da mesi oltre il loro tempo contrattuale in mare e per l’Europa la situazione ci complica ulteriormente a causa della “capacità molto limitata di rilasciare visti per entrare nello spazio Schengen”. Il problema è noto, ma non è ancora stato risolto.
“Nonostante la crisi, i marittimi hanno assicurato la consegna delle merci. Nonostante la crisi, hanno lavorato. È inaccettabile che, nonostante la crisi, gli Stati non riescano a trovare il modo di riportarli a casa” sottolineano armatori e sindacato. Ringraziarli non basta, aggiunge il presidente di Confitarma Mario Mattioli: “Meritano un’azione umanitaria rapida e decisa da parte dei Governi di tutto il mondo per garantire loro corridoi di transito sicuro per farli arrivare a bordo per lavorare e per farli tornare a casa una volta terminato il normale periodo di imbarco”