Musolino, le Authority rischiano di diventare il “cimitero degli elefanti”

Pino Musolino

Al Sicily Shipping Days interviene il presidente del porto di Venezia, Pino Musolino: “Il sistema portuale italiano è bloccato dalla burocrazia” – “Quale manager del settore privato che conosce i porti sarà disponibile la prossima volta a fare il presidente” – “Non vorrei che ci ritrovassimo di nuovo con il cimitero degli elefanti dei morti della politica”.

Lucia Nappi

“Ma i porti sono strategici per il paese e gli vogliamo far funzionare? Comincio a sospettare che di porti si parli tantissimo ma quando si tratta di farli funzionare si sparano balle sulla linea di galleggiamento. Inutile mascherarsi dietro le procedure” – Un intervento appassionato quello di Pino Musolino presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico orientale (Venezia e Chioggia) durante il Sicily Shipping Days, webinar  dal titolo  “The Mediterranean Challenge post Covid-19” – organizzato da The International Propeller Club Port of Palermo & Catania, in svolgimento ieri ed oggi 25 e 26 giugno.

Il  presidente Musolino interviene solo parzialmente sulla vicenda che lo ha toccato direttame, la bocciatura del bilancio consuntivo dell’Autorità portuale di Venezia, respinto in Comitato di gestione dal voto contrario di Regione e Città Metropolitana. Ma principalmente il suo è messaggio appassionato  al Governo e al Cluster marittimo, in cui traspare anche delusione e scoraggiamento, non tanto per i riflessi personali della vicenda, ma soprattutto per la preoccupazione della criticità in cui versa il sistema portuale italiano, bloccato dalla burocrazia. 

Il rischio futuro, è dei presidenti burocrati
La preoccupazione profilata da Musolino  è quella che  alla fine del quadriennio delle presidenze scelte dall’ex ministro Delrio, le nomine ricadano su profili di burocrati, piuttosto che su profili  imprenditoriali -“Otto su sedici presidenti massacrati in Italia, le stesse proporzioni significherebbero 3 mila sindaci sotto provvedimenti ispettivi e di sospensione.” spiega il presidente del porto – “Dal punto di vista statistico è il lavoro pubblico più pericoloso attualmente in Italia”.  “Quale manager del settore privato che conosce i porti sarà disponibile la prossima volta a fare il presidente in una AdSp” – “in una incertezza giuridica permanente e in una carenza totale di strumenti” – sottolinea – “Non vorrei che ci ritrovassimo di nuovo con il cimitero degli elefanti dei morti della politica“.

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Sferzata al Cluster marittimo
Da qui Musolino parte con un primo attacco diretto al Cluster marittimo nazionale che “dovrebbe cominciare a farsi sentire di più, non per tutelare iI 16 presidenti di Autorità di Sistema portuale, ma per tutelare la dignità di un ruolo fondamentale in un Paese che è grande produttore manifatturiero non ha una materia prima e se ne approvvigiona attraverso i porti.”

Attacco al Governo
Il secondo attacco, più duro, diretto al Governo arriva sulla vicenda Alitalia: “non si trovano i fondi per finanziare iniziative a sostegno del cluster portuale che costerebbero meno di 100 milioni di euro”  quando invece “lo Stato ha dato 3 miliardi a quel polmone con bacilli che è Alitalia”. “L’importanza dei porti si dimostra ini fatti concludenti” -sono ancora scioccato rincara la dose il presidente  – “Nella discussione della stesura del Rilancio Italia, trovarono 24 milioni per l’ormeggio e 6 milioni per tutte 16 Autorità di Sistema portuale”

Il contro attacco – Le carte parlano
Sulla questione della bocciatura del bilancio, Musolino in questi giorni è passato al contro attacco, nell’ordine ci sono: la segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale allo Stato nei confronti dei due rappresentanti del Comitato “che stanno tenendo paralizzato il porto”. Poi la segnalazione all’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, per la presenza di conflitti di interesse. Infine a breve la contro notifica alla Procura alla quale presenterà “tonnellate di documenti” decine di parei tra i quali: quelli dell’avvocatura distrettuale dello Stato di Roma, periti terzi, ecc..

Stiamo morendo di burocrazia
Il caso del porto di Venezia mette in luce ancora di più quanto la burocrazia stia bloccando i porti: “Perdiamo tempo con un bilancio non ha ricevuto nessuna osservazione dai Revisori dei Conti, è stato approvato da tutto l’organismo di partenariato” – “stiamo lasciando a due carneadi di uccidere un porto che dà lavoro a 22 mila lavoratori, 1.269 imprese e vale annualmente 6 miliardi per il paese.”

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In ultimo con un po’ di amarezza Musolino conclude che in tutte queste vicende che hanno visto il coinvolgimento di otto presidenti “nessuno per fenomeni corruttivi o reato penale collegato ad azioni dirette” – specifica – “ai quali poi nesuuno ha chiesto scusa” un caso esemplificativo quello dell’ex presidente dell’Autorità Portuale di Napoli, Francesco Nerli, “abbiamo visto con Nerli, a distanza di dieci anni, è arrivata la sentenza che non ha commesso il fatto, ma nel frattempo i porti muoiono“.

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