LIVORNO – I vantaggi della costituzione di una Zona Logistica Semplificata per i territori regionali toscani.
Gli operatori e i rappresentanti delle associazioni del cluster marittimo – portuale – industriale si sono interrogati su questo tema a Livorno, durante il convegno “La ZLS come elemento propulsore della crescita economica in Toscana” promosso dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.
Seconda Tavola rotonda, moderata dal giornalista Marco Casale, durante la quale i partecipanti hanno espresso la volontà di individuare le strategie per la promozione dello sviluppo dell’economia regionale e nazionale.
Importante l’annuncio, dato nel corso dell’iniziativa, sulla conferma dell’impegno da parte del ministro Fitto di chiudere l’iter di adozione del quadro normativo di aggiornamento della ZLS, e questa settimana l’adozione del DPCM per l’istituzione della ZLS Toscana.
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CONFINDUSTRIA
Il presidente di Confindustria Livorno e Massa Carrara ma anche di Confindustria Toscana, Piero Neri, è intervenuto sul tema della reindustrializzazione del territorio che la ZLS Toscana deve essere in grado di favorire.
“La Toscana, da Piombino a Marina di Carrara” – ha detto Neri- “è dotato di tre porti, due interporti e un aeroporto, è un territorio attrattivo e competitivo e deve essere in grado di guardare ai vantaggi che da queste infrastrutture derivano” .
Per questo “il porto non deve essere solo un luogo di transito delle merci, ma deve anche favorire l’insediamento di nuove attività produttive, come quelle manifatturiere, industriali e logistiche”.
Perchè ciò si realizzi le procedure amministrative all’interno delle aree ZLS devono essere semplificate, ha sottolineato: “Per le aziende la cosa più importante è riuscire ad avere le autorizzazioni per fare le attività nel minore tempo possibile”.
ASSITERMINALl
Per il direttore di Assisterminal, Alessandro Ferrari, semplificazione e logistica sono le due parole chiave per l’istituzione di una ZLS: “Il vantaggio maggiore di una Zona Logistica Semplificata” – ha detto – deriverà se riusciamo a creare un terreno che dimostri di incentivare l’insediamento delle imprese”.
“Il significato delle ZES e ZLS sussiste se a monte è stata fatta un’analisi del tessuto industriale di imprese e di servizi esistente e da potenziare in un territorio”.
Per Ferrari il tema della semplificazione è molto utilizzato, ma mancano ancora i contenuti di un reale processo di semplificazione che coinvolga i porti e le aree logistico-produttive: “Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per semplificare, quindi non ci si può fermare ai meri enunciati”.
L’esempio è quello dei tanti controlli doganali, fitosanitari etc.. come di tutta la serie dei soggetti coinvolti che si “sovrappongono tra loro” – “creando difficoltà alle imprese che, invece, hanno bisogno di certezza di tempi, ma anche di capire chi sono i soggetti a cui rivolgersi”.
Tra questi per esempio le “zone franche doganali” che andrebbero implementate con riferimento alle ZLS. L’esempio vede il mantenimento delle merci allo Stato estero e nello specifico il pagamento dei dazi al momento dell’immissione può diventare un vantaggio competitivo per le imprese. Vantaggio doganale ancora maggiore e se per esempio le merci poi vengono spedite agli Stati extra UE.
ANCIP
Sempre sul tema della semplificazione in ambito portuale, il direttore generale di ANCIP, Gaudenzio Parenti ha avvertito: “Attenzione la ZLS deve essere un facilitatore, deve mettere in connessione il porto con il retroporto per eliminare le sovrapposizioni di competenze normative, altrimenti le imprese non vengono ad investire su di un territorio”.
Le imprese sono disorientate dalle sovrapposizioni di soggetti istituzionali e dei molteplici aspetti che da questi ne derivano, cosí ci sono: “Autorità di sistema Portuale, Autorità di regolazione dei trasporti, Autorità Garante del mercato della Concorrenza, Ministero, Linee guida del ministero”
Per questo nella sua funzione di facilitatore la ZLS deve mettere in interconnessione, attraverso una pianificazione anche mista pubblico-privata, il porto con le zone retroportuali.
Ma la ZLS – ha ribadito il direttore di Ancip – “non deve creare sovrapposizioni anche imprenditoriali, all’interno del sedime demaniale portuale che deve rimanere appannaggio delle imprese portuali per le proprie operazioni e servizi”.
Spiegando: “Spazi liberi all’interno dei porti nazionali non ce ne sono” – come nel caso di Livorno per il quale “è importante lo sviluppo del retroporto e delle interconnessioni con l’interporto” – ha osservato Parentii .
“Un driver deve essere un valore aggiunto, le imprese per utilizzare i driver delle ZLS devono avere certezza delle regole e dei tempi” – “Certezza dei tempi, agevolazioni dei crediti bancari e finanziari, crediti di imposta che devono essere cumulabili e non in conflitto con la normativa UE sugli Aiuti di Stato. Servono le regole: poche, certe e semplici”.
In conclusione parlando dell’evoluzione del porto in chiave di sostenibilità ambientale, Parenti ha precisato: “Anche nella concezione olistica del porto” – va bene che questo sia un hub energetico “ma non deve mai essere snaturata la sua funzione primaria, quale snodo infrastrutturale per la movimentazione della merce e dei passeggeri”.