Livorno banchina elettrificata, per la Corte dei Conti non c’è il danno erariale

LIVORNO – Non c’è stato danno erariale, lo ha stabilito con una sentenza la Corte dei Conti della Toscana. La questione riguarda la banchina elettrificata del porto di Livorno, l’impianto di cold ironing per la fornitura di energia elettrica alle navi che fu realizzato dall’ex Autorità portuale sul Molo Sgarallino. Inaugurato il 12 novembre del 2015 banchina elettrificata banchina garallino porto Livorno Livorno banchina elettrificata, per la Corte dei Conti non c'è il danno erarialesi tratta di un’infrastruttura innovativa e strategica che garantisce il corretto funzionamento degli impianti a bordo delle navi in sosta, anche con il motore spento.

Il problema tuttavia nasce quando, quello che avrebbe potuto diventare uno dei servizi di punta offerti da Livorno al traffico crocieristico  cadeva nel dimenticatoio e, la banchina elettrica non veniva utilizzata. I motivi? Questioni burocratiche e di approvvigionamento elettrico. Altri sostennevano che il bel servizio green non era stato sufficientemente promosso e divulgato tra gli armatori delle crociere per motivi commerciali, ovvero probabilmente qualche armatore internazionale avrebbe potuto non gradire. La questione finiva quindi al vaglio della Procura regionale che, nei confronti dell’ex presidente Giuliano Gallanti e del segretario generale Massimo Provinciali, avrebbe valutato l’esistenza o meno del danno causato.

Ieri si è chiuso quindi il percorso con l’arrivo della sentenza (n.23/2019) della Corte dei Conti della Toscana e come scrive l’Autorità di Sistema portuale di Livorno in una nota: «La domanda proposta dalla Procura risulta destituita di fondamento, segnatamente per difetto così di condotta illecita come di danno erariale imputabile ai convenuti».
I giudici – spiega l’Authority- hanno pienamente accolto le tesi difensive formulate, per Gallanti, dagli avvocati Luigi Cocchi e Luigino Montarsolo di Genova e, per Provinciali, dall’avv. Paolo Bassano di Livorno. In sostanza, la Corte dei Conti ha rilevato la totale assenza di entrambi gli elementi necessari per pervenire ad una condanna: il danno e la colpa grave.
Il danno non c’è – si legge nella sentenza – in quanto l’impianto ha una vita tecnica molto lunga e non possono essere fatte valutazioni a brevissimo termine. Peraltro, da quando l’impianto è stato inserito nella concessione della Porto di Livorno 2000, da un lato l’investimento verrà progressivamente ripagato a valere sui canoni concessori, dall’altro è verosimile un suo progressivo utilizzo grazie all’azione di comunicazione e marketing del concessionario. Non a caso, già dal 2019 sono previsti alcuni accosti e altre prenotazioni sono vicine a concretizzarsi anche per gli anni futuri.

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La colpa grave va esclusa in quanto l’azione dei vertici dell’Autorità portuale, lungi dall’essere superficiale e irragionevole, ha corrisposto invece a concrete e pressanti politiche comunitarie, nazionali e regionali finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria (non va dimenticato che buona parte delle risorse finanziarie utilizzate erano proprio di provenienza Ministero dell’ambiente e Regione Toscana, che hanno vigilato sulla realizzazione dell’opera).
Le 34 pagine di questa articolata sentenza pongono fine ad una vicenda – conclude l’Authority nella nota- che spesso è stata oggetto di polemiche e strumentalizzazioni ed ha causato, questa sì, inutili perdite di tempo e spese legali.

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