Lettera aperta delle RSU Sech – «Si sta decidendo sul futuro di 240 lavoratori»

Terminal Sech

 I lavoratori del Terminal genovese Sech dicono la loro.

GENOVA – «In questi giorni si sta decidendo il futuro di 240 lavoratori e delle loro famiglie. Ciò sta avvenendo ad un livello ben al di sopra delle nostre teste, perciò, dato che su questo argomento  chiunque ha detto la sua, spesso senza cognizione di causa o mentendo strumentalmente,  sentiamo l’esigenza di far sentire anche la nostra voce come lavoratori del Sech, provando a  mettere in ordine cronologico gli eventi che ci hanno condotto fino a qui. Nel 2018 G.I.P. ha ceduto le proprie quote del consorzio Bettolo al gruppo MSC, a causa di una differente visione economica e gestionale della banchina. SECH da sempre è un terminalista puro che offre servizi conto terzi, mentre MSC, essendo principalmente un armatore, può permettersi di non avere nella portualità il suo core business, sacrificando le tariffe portuali a favore di un risparmio armatoriale, ovviamente a discapito dei lavoratori diretti della comunità portuale e non ultimo dell’erario».

Queste le parole con cui la RSU del terminal genovese di Sampierdarena, interviene in risposta ad alcuni articoli apparsi su alcune testate giornalistiche genovesi. Le Rsu individuano nella causa della crisi di traffico del Terminal Sech, la recente apertura di Vado Gateway, Apm Terminals container, inaugurato a dicembre scorso a Vado Ligure. Si legge nella lettera: «Contestualmente notiamo che nessuno degli ‘’esperti’’ di portualità che parlano di noi si sia soffermato ad evidenziare come la recente apertura del terminal APM di Vado Ligure, sia causa prima del calo di traffici soprattutto reefer nel SECH e su tutta la portualità genovese, e come la spinta automazione del succitato terminal sia causa di un forte impatto sull’occupazione di dipendenti di terminal e compagnie (ma non vi interessavano i lavoratori?)».

Nella lettera inoltre le RSU fanno riferimento ad una intervista rilasciata, Augusto Cosulich, alla testata MediTelegraph, nella quale l’operatore portuale genovese riguardante la fusione tra PSA  e Sech nella compagine sociale di GIP. A questo proposito le RSU  scrivono:

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«Abbiamo anche registrato l’attacco a questa operazione da parte di Augusto Cosulich, rappresentante di Cosco, a sua volta proprietario del 49% del Terminal di Vado. Egli legittimamente afferma che un monopolio di terminalisti condizionerebbe le tariffe a danno degli armatori. Da che pulpito, ci verrebbe da rispondere,visto che a detta dei maggiori esperti di shipping, uno dei principali problemi della portualità risiede proprio nello strapotere che esercitano 3 alleanze a livello mondiale e che sono addirittura in grado di condizionare esse stesse tariffe e regole del gioco. La cosa grave, a nostro parere, è che il Sig. Cosulich sembra parlare a nome di un bene comune, mentre egli è legittimamente portatore di un interesse di parte, una parte certamente più vicina al capitale piuttosto che ai lavoratori».

La lettera a questo punto si rivolge ai sindacati, dicendosi preoccupati rispetto alla posizione assunta dalle Organizzazioni Sindacali, di cui le RSU Sech sono parte attiva, e chiedendo pertanto a queste di essere informati di cambi di strategie al fine della trasparenza.

«In ogni caso, preso atto dell’importanza strategica dell’operazione che si dovrebbe completare, non siamo così ingenui da non sapere quali e quanti appetiti vengano suscitati quando si parla di concessioni di aree portuali così importanti come quelle in oggetto. Quello che più ci preoccupa infatti, non è la posizione dei competitor, ma la posizione assunta dalle Organizzazioni Sindacali, di cui anche noi siamo parte attiva, e con cui ci siamo seduti ai tavoli esprimendo le preoccupazioni che esse hanno esposto alla stampa e ricevendo risposte che fino ad oggi tutti avevano ritenuto adeguate. Ci interroghiamo pertanto su che cosa sia cambiato, dato che è un fatto che i lavoratori di Sech e Vte possano godere dei migliori contratti integrativi di tutta la portualità, è un fatto che le procedure di sicurezza siano tra le più all’avanguardia in assoluto, è un fatto che ci è stato assicurato che le due aziende resteranno separate pur facendo capo ad una sola società e pertanto nessun lavoratore di una realtà potrà lavorare nell’altra, è un fatto che in tutti questi anni entrambe le aziende hanno ampiamente attinto al bacino dei lavoratori della C.U. facendo sempre fronte puntualmente a quanto loro dovuto, cosa non sempre scontata nella portualità genovese, ed è altresì un fatto che tutto ciò è il risultato delle corrette relazioni industriali che nel corso degli anni sono state mantenute, infatti abbiamo anche ottenuto l’impegno ad aprire un tavolo di confronto per migliorare le condizioni dei lavoratori non appena l’operazione sarà conclusa. Riteniamo di essere i soggetti più qualificati per conoscere la situazione e pertanto riteniamo anche che dovremmo essere tempestivamente informati di ogni cambio di strategie delle OOSS. Se ciò non avviene quantomeno si pecca in termini di trasparenza».

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