GIP: “TDT e Sech non in competizione, ma 2 visioni delle stesso problema”

GIP, TDT, SECH
di Lucia Nappi
 
LIVORNO “I clienti e le compagnie stanno cambiando, i terminal portuali rischiano di perdere i punti di riferimento, pertanto è necessario interpretare quello che la clientela pensa. Avere 2 terminal su cui poter ragionare è meglio rispetto a prima, adesso abbiamo due visioni dello stesso problema”.
A dirlo è Massimiliano Cozzani, marketing director di GIP spa (Gruppo investimenti portuali) durante la conferenza stampa a due voci alla quale è intervenuto anche il direttore generale di TDT (Terminal Darsena Toscana) Marco Mignogna, in occasione del convegno europeo  Med Ports svolto a Livorno.
 
I terminal di cui sta parlando Cozzani sono quello livornese TDT e il genovese Sech.
L’incontro serve a puntare i riflettori su TDT, fare il punto della situazione su investimenti fatti, quelli in previsione e obiettivi futuri in relazione alla strategia societaria.
Di fatto è la prima volta che GIP apre per parlare di sé dal cambio societario, avvenuto nel febbraio 2017, con l’ingresso  dei fondi anglo-francesi, Infracapital e Infravia.
 
GIP
Nel 2010 il gruppo Gip era entrato in TDT (in partecipazione al 50%) la società era costituita dagli imprenditori genovesi Schenone, Magillo, Cerruti, capitanata da Luigi Negri. Poi nel 2012 GIP acquisisce le quote di maggioranza del terminal livornese, ma fino a quel momento la società era ancora una scatola finanziaria senza struttura organizzativa, spiega Cozzani – “Poi dal 2017 con l’ingresso dei due fondi di investimento, l’idea è stata di dare a GIP  anche un volto organizzativo, la direzione commerciale  e quella finanziaria di TDT sono state trasferite da Livorno a Genova per controllare anche Sech”.
L’operazione è quella ormai nota e che ha visto i genovesi uscire dalla società lasciando il posto ai due fondi, Giulio Schenone rimane tuttavia amministratore delegato con il 5% delle quote azionarie.
 
I cambiamenti
Da qui i cambiamenti che hanno creato un prodotto diverso, dal prima al dopo l’ingresso dei fondi: “Servizi condivisi che prima mancavano,” – dice Cozzani – “con personale confluito da Sech e da TDT, condivisione delle informazioni di entrambi i terminal dal punto di vista tecnico, della sicurezza, dell’ambiente ma anche nell’operatività, nei programmi, nella gestione acquisti. Processi e metodi Anche prima innovazione di processo e di prodotto è stat una delle nostre chiavi recenti”.
Poi la sicurezza e l’etica avanti a tutto e sottolineata come priorità ancora prima dei profitti. Questa la linea della proprietà.
 
OBIETTIVI:
Marco Mignogna spiega che gli obiettivi di TDT sono di difendere i traffici attuali cercando farli crescere, lavorare a stretto contatti con i clienti, sviluppare la parte intermodale. Lavorare sul mercato italiano, quello conteso anche con la concorrenza del Mar Tirreno, quindi il mercato del Nord est e della Lombardia:  “si può aggredire solo con una buona connessione intermodale. Con La Spezia insistiamo su lo stesso mercato. La concorrenza è con questo porto.  
Tra Livorno e Genova quindi nessuna competizione, ma due porti complementari per lavorare in sinergia, “Ogni terminal da una mano all’altro, riguardo alle problematiche su cui prima era più debole.”
 
Gli investimenti finanziari
L’ultimo investimento importante è stato in sinergia con l’altro terminal livornese Lorenzini e l’Autorità di Sistema,  per l’approfondimento del canale del Marzocco (il canale di accesso al porto).
Lavori avvenuti nei mesi scorsi, decisi con tempestività per permettere alle navi da 9mila TEU di MSC di fare accesso in porto, pena l’abbandono della linea di traffico con il Sud America dell’armatore Aponte. Intervento finanziato principalmente da GIP e Terminal Lorenzini  e in parte minore dell’Authority.
 
“Il beneficio derivato” – spiega Mignogna– “è stato che le navi arrivano e partono con maggiore carico. Non abbiamo avuto nuove linee o compagnie tuttavia questo ci permette anche di fare promozione tra gli armatori con i servizi Medio Oriente-Mediterraneo”.
E’ questo il principale traffico del Terminal che ha la potenzialità di
per quanto riguarda invece quello con il Far East naturalmente la banchina labronica non può ambirvi” perché le dimensione delle navi sono superiori a 14 mila TEU, quindi troppo grandi al di fuori del nostre possibilità.
 
Investimenti futuri
Per navi di queste dimensioni Livorno dovrà aspettare la realizzazione del progetto della maxi Piattaforma Europa nei confronti della quale, già nei mesi scorsi, il gruppo aveva dichiarato il proprio interesse, ribadito anche durante l’incontro dal direttore del marketing che sottolinea: “Riguardo alla Darsena Europa verrà fuori un bel prodotto noi parteciperemo perché ci crediamo”.
 
Innovazioni
Con le innovazione di processo la società si dice pronta a gestire la sparizione completa della carta dall’operatività del lavoro, quindi le certificazioni vissuta come quotidianità. Ma anche la programmazione, per il 2019, dell’acquisto di 2 nuove gru RTG elettriche, predisposte per la guida in remoto senza operatore, che andranno ad aggiungersi alle altre  2 attuali, per consegne molto più veloci e migliorae la gestione del container sul piazzale.
Mantenere e migliorare gli standard di efficienza è un obiettivo importante – conclude Massimiliano Cozzani- Il periodo in cui il container entra e esce dal terminal oggi è molto veloce ed è a livello dei porti Nord Europei: meno di 20 minuti tra ingresso e uscita del container sull’import e  30 minuti per l’export”.
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