di Elvio Bordignon
TRENTO – “La pianificazione della mobilità in un territorio particolare come quello trentino è essenziale per contrastare l’abbandono delle Valli e delle montagne, aiutare il turismo e creare nuovo sviluppo economico con le Regioni confinanti“. Queste le parole di Maurizio Fugatti, sottosegretario di Stato del ministero della Salute e candidato per il centro destra alla presidenza della provincia autonoma del Trentino, che, incontrato da Corriere marittimo, si è espresso su alcune linee di rilevante importanza inerenti infrastrutture ed energia, atte a dare un forte contributo migliorativo a tutto il territorio. Parole chiavi: investimenti nel campo della mobilità, dei trasporti su gomma, su ferro e del settore energetico.
La Provincia autonoma di Trento presenta una conformazione orografica della quale l’amministrazione deve tenere conto in vista della programmazione politica e gestionale. Sul tema della mobilità e dei trasporti su gomma quanto c’è ancora da fare in Trentino?
Negli ultimi anni gli investimenti nel campo della viabilità sono andati sensibilmente a diminuire facendo venir meno quella programmazione a medio-lungo termine tanto auspicata anche dalle categorie economiche trentine. Molte cose sono rimaste di conseguenza sulla carta tra cui la Valdastico, la messa in sicurezza della SS47, l’adeguamento delle tangenziali di Trento e Rovereto e alcuni collegamenti non solo tra le Valli ma anche verso l’esterno. Ritengo necessario iniziare a lavorare non solo a favore delle opere fondamentali sopra citate ma anche per la costruzione della terza corsia lungo l’Autostrada del Brennero considerato il congestionamento che si viene a creare durante le giornate definite da “bollino nero”. Le infrastrutture come motore occupazionale.
Parliamo anche di mobilità su rotaia e fune. Avete dei progetti in questo senso?
Il trasporto su rotaia non è stato ad oggi sufficientemente potenziato pertanto ritengo potrebbe trovare nuova luce attraverso interventi di interramento delle linee e consolidamento. Una priorità in tal senso è l’elettrificazione della Valsugana e il rafforzamento della ferrovia Trento-Malè-Mezzana nel tratto Trento-Mezzolombardo raddoppiando la linea in funzione di metropolitana di superficie. Per quanto concerne il trasporto funiviario, è stato già individuato essere un mezzo veloce, comodo e ecocompatibile pertanto va perseguito. Nel piano della mobilità della Provincia autonoma di Trento è mia intenzione quindi incidere più profondamente sulla qualità della vita e sulla sostenibilità. È altresì chiaro che la programmazione della viabilità e della mobilità intera dovrà naturalmente avvenire dopo un’attenta fase di confronto e dialogo con i singoli territori interessati al fine di addivenire a soluzioni realmente sostenibili e utili per tutta la collettività. Il dialogo come spinta di sviluppo.
Dal punto di vista del sostentamento energetico, a quali alternative apre il Trentino?
Il settore energetico trentino, che si basa per la maggior parte sull’energia idroelettrica, non ha raggiunto ad oggi l’obiettivo di autosufficienza energetica importante. Ciò sta provocando delle ricadute economiche per i Comuni, la Provincia e la collettività conseguentemente al rinnovo delle concessioni idroelettriche. Nuovi investimenti saranno pertanto focalizzati su questo aspetto strategico. Infine, lo sguardo è anche volto all’uso di biomasse; pensiamo ad esempio all’utilizzo del cippato per il teleriscaldamento degli edifici pubblici e privati con notevoli risparmi per l’amministrazione e per le Valli nonché un minor impatto ambientale. La sostenibilità come obiettivo di futuro autosufficiente.