Conte firma il decreto, stop alle attività produttive non essenziali – Le industrie toscane chiedono chiarezza

Giuseppe Conte

Nuovo dpcm firmato stasera dal premier Conte che vara lo stop delle attività produttive non essenziali ed entrerà in vigore da domani- 23 marzo fino al 3 aprile, su tutto il territorio nazionale. Le imprese avranno tre giorni, ovvero fino al 25 marzo, per la sospensione. Aperto il trasporto terrestre, marittimo e aereo, oltre al trasporto merci.

ROMA – Stasera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il decreto che vara lo stop delle attività produttive non essenziali e che entrerà in vigore da domani- 23 marzo- fino al 3 aprile,  su tutto il territorio nazionale. “Rallentiamo il sistema produttiivo del Paese ma non lo fermiamo” – così aveva detto Conte, ieri sera alle 22,45, in diretta facebook annunciato le nuove misure restrittive.

Stop alle attività non essenziali. Rimangono aperti supermercati, farmacie, parafarmacie, servizi assicurativi, finanziari banche, servizi postali (soprattutto per il pagamento delle pensioni) benzinai. Inoltre il dpcm lascia aperto il trasporto terrestre, marittimo e aereo, oltre al trasporto merci. In tutto un elenco di 97 voci, allegato al provvedimento, con il quale si enunciano le attività escluse dal provvedimento. Le imprese avranno tre giorni, ovvero fino al 25 marzo, per la sospensione, “compresa la spedizione della merce in giacenza“, si legge nel testo del dpcm che verrà pubblicato in un’edizione straordinaria della Gazzetta ufficiale.

LE OBIEZIONI

Confindustria
Non sono mancate le obiezioni, tante soprattutto da parte di quelle aziende che avrebbero voluto continuare le attività. Tante le richieste da parte delle imprese a continuare che saranno valutate, «un lavoro complesso» – si spiega da Palazzo Chigi. Il nuovo decreto sta creando in queste ore un braccio di ferro tra Confindustria, che vorrebbe un  numero maggiore di aziende aperte, e i sindacati che guardano ad una chiusura definita “troppo ampia”.

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Giornalisti
Alle proteste, anche da parte dei giornalisti, sulle modalità di diffusione delle informazioni avvenute ieri sera, Palazzo Chigi ha replicato:« Modalità consueta» – Le dichiarazioni vengono trasmesse contemporaneamente in streaming sul canale su YouTube e sulla pagina Facebook di Giuseppe Conte. «Questo ha permesso di raggiungere un ampio numero di destinatari, ivi compresi le persone sorde e con ipoacusia». Inoltre si specifica dalla presidenza del Consiglio «i principali canali televisivi pubblici e privati – avvisati per tempo – accedono attraverso collegamento diretto al segnale audio-video fornito dalla sala regia della Presidenza del Consiglio»«le dichiarazioni di sabato sera sono andate in onda, per volontaria iniziativa, su RAI1 (edizione straordinaria TG1), Rainews24, La7, SKYTG24, Canale5 (edizione straordinaria TG5) e Rete4.

Il sistema confindustriale toscano:
Confindustria Toscana Confindustria Firenze Confindustria Livorno Massa Carrara Confindustria Toscana Nord Confindustria Toscana Sud Unione Industriale Pisana Chiusura fabbriche – nel pomeriggio di oggi, poche ore prima del varo del decreto, ha inviato una nota con la quale si chiede chiarezza e si esprimono le esigenze prioritarie per le imprese della regione. «Il sistema confindustriale toscano» si legge in una nota diffusa – «è consapevole della gravità della situazione e con grande senso di responsabilità verso il Paese e verso la sicurezza dei propri collaboratori, chiede chiarezza sulle disposizioni annunciate ieri sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, vista anche la preoccupante insufficienza delle informazioni a distanza di molte ore dall’annuncio del decreto; le imprese toscane sottolineano, inoltre, alcune esigenze prioritarie del sistema produttivo per evitare il rischio che la situazione generi conseguenze irreversibili per la futura prosecuzione dell’attività. Le imprese toscane chiedono, anzitutto, tempi tecnici adeguati per chiudere o terminare le lavorazioni in corso, rinviando l’entrata in vigore del decreto di almeno 72 ore. Chiedono, inoltre, assoluta chiarezza sulle aziende che, pure se non espressamente inserite nella lista dei codici Ateco anticipata dai giornali, possano proseguire la loro attività perché funzionale alla continuità e al buon funzionamento di quelle ritenute essenziali. In ogni caso, che le aziende che devono rimanere aperte non siano individuate solo in base ai codici Ateco, ma sulla base anche delle esigenze delle rispettive filiere, anche internazionali, partendo da quelli che sono definiti i “servizi essenziali”. Considerano, a questo proposito, fondamentale il ruolo delle Prefetture per una applicazione del provvedimento che non sia pregiudizievole agli stessi settori considerati essenziali. Le imprese della regione sollecitano la necessità di fare salve tutte quelle attività manutentive, legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere efficienti e in buono stato i macchinari e gli impianti per non pregiudicare la capacità delle imprese di essere produttive alla ripresa delle attività, nonché alle attività di vigilanza. Infine le aziende toscane sottolineano l’importanza del credito e della liquidità, per evitare che la situazione abbia un impatto irreversibile sulle imprese, raccomandando al contempo estrema chiarezza e garantendo immediata operatività al ricorso alla cassa integrazione, sia attraverso efficaci modalità di richiesta (ordinaria, straordinaria e in deroga), sia in relazione alle risorse disponibili”.

 

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