Pechino, CCCC dona al porto di Trieste 10 mila mascherine protettive

mascherine Trieste

La società cinese CCCC ha donato al porto di Trieste 10 mila mascherine protettive, 3 mila sono già state distribuite, altre 3 mila si trovano all’areoporto di Venezia e attendono di essere sdoganate – D’Agostino: “Il porto di Trieste mantiene la piena operatività, nonostante l’emergenza del Coronavirus”- “Stiamo facendo il possibile per reagire a questa emergenza”.

Da Pechino in arrivo al porto di Trieste 10 mila mascherine protettive, donate dalla società di costruzioni statale cinese, China Communications Construction Company (CCCC). Una prima spedizione, via cargo aereo, di due lotti comprensive di 6 mila mascherine in tutto, è in parte stata già distribuita ai lavoratori, il secondo lotto attende di essere sdoganato all’aeroporto di Venezia e arriverà nei prossimi giorni a Trieste. Successivamente verrà spedita l’ultima parte. Gli imballaggi riportano i messaggio di solidarietà e incoraggiamento da parte del mittente cinese: “Nella stessa barca contro l’epidemia. In cuore viva sempre la nostra amicizia“.

Il presidente dell’Authority giuliana, Zeno D’Agostino, ha ringraziato i lavoratori  per continuare a garantire il funzionamento del sistema logistico regionale, inoltre ha espresso gratitudine nei confronti di CCCC per essere riuscita a far arrivare nel più breve tempo possibile le mascherine necessarie ai lavoratori.
“In un momento di difficoltà per il reperimento dei dispositivi protettivi, vince la generosità della Cina. Ci siamo mobilitati subito per la ricerca del materiale sanitario protettivo, difficile da trovare in Europa – ha sottolineato D’Agostino – “Di questo dobbiamo ringraziare i lavoratori e la comunità portuale e tutti quelli che sono in prima linea, impegnandosi quotidianamente nel porto e nel sistema logistico regionale” –  ha concluso il presidente dell’ente portuale – “I traffici non si sono fermati. Continuano ad attraccare le navi provenienti dal Mediterraneo e dal Far East, anche se vi è stata una rimodulazione dei servizi oceanici”. –“Stiamo facendo il possibile per reagire a questa emergenza. Abbiamo adottato tutte le misure specifiche per assicurare la tutela e la salute dei lavoratori e, al contempo, il regolare svolgimento delle attività portuali”.

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