Prima che salgano a bordo i passeggeri dovranno essere testati, qui entrano in campo le novità tecnologiche – Controlli medici a bordo, se non c’è garanzia della salute a bordo tutto il resto perde valore.
Lucia Nappi
“Best practices mediche in ambito marittimo durante e dopo il COVID-19 “- Questo il tema dell’incontro promosso dal Propeller Club Port of Monaco svolto via web, relatore dell’incontro Peter Hult, CEO di Vikand, azienda leader a livello internazionale sulla consulenza nelle attività mediche e di assistenza sanitaria in ambito marittimo. Tra i partecipanti all’iniziativa Isabella Susy De Martini, Chief Ship Doctor, per il Gruppo Vikand.
Isabella De Martini, durante il seminario del Propeller Club di Monaco si è parlato di ripartenza del settore crocieristico, quali sono gli aspetti principali emersi per una valutazione in ambito medico?
«Utilizzando degli accorgimenti e la Best Practices non sarà così difficile ripartire perchè l’industria marittima è sempre stata leader nei cambiamenti, per quello che riguarda la sanità e la salute a bordo».
sulle possibilità di ripartenza delle crociere nell’epoca del Covid- 19».
Quale è la strada indicata?
«Una strada che passa attraverso tre fattori principali: – Innovazione tecnologica – Collaborazione con tra compagnie e i soggetti a terra: istituzioni, autorità marittime e portuali di terra. Questo è stato il punto più dolente in questa gestione del Covid-19, poichè abbiamo visto navi a cui veniva negato l’approdo e questo è il punto sul quale i governi dovranno intervenire con le regolamentazioni. – Innovazione in campo medico, ovvero l’aumento della capacità medica».
In cosa consistono?
«Sarà necessario andare a lavorare sulla consumer sensitivity, ovvero quale è la percezione dei clienti per approcciarsi al mondo delle crociere, rassicurare la clientela che andranno in un ambiente sicuro.
Adesso a mente fredda emerge che secondo i dati, al di là dei casi come quello della Diamond Princess, in realtà la percentuale di casi di Covid-19 a bordo delle navi da crociera sono stati di gran lunga inferiori a quelli che sono stati a terra».
Quali le novità tecnologiche?
«Il virus era stato portato a bordo da passeggeri che non erano stati ben sottoposti a screening e testati dalle strutture di terra. E’ importante quindi la collaborazione con le strutture di terra, prima che salgano a bordo i passeggeri dovranno essere testati. Qui entrano in campo le novità tecnologiche: i test per l’individuazione del virus, non tanto i test sierologici, al momento sono disponibili i tamponi naso-farinfgei, ma sono al nastro di partenza una serie di test sulla saliva, molto semplici e che danno un risultato in breve tempo, nuovi screening rapidi che saranno sicuramente pronti per l’estate. Far capire alla consumer senitivity che nessuno salirà a bordo senza essere prima sottoposto a screening, sia per la presenza del virus che per la temperatura e la pulizia e il lavaggio delle mani.
Peter Hult ha mostrato dei nuovi strumenti contact less, in cui passando le mani sotto, un rilevatore mostra se le mani sono pulite e senza germi, questo è importante anche per il personale di bordo».
La prevenzione sulle navi è più difficile che a terra?
«Le navi in ambito di prevenzione hanno sempre avuto qualche marcia in più rispetto a ciò che avviene a terra, proprio per i controlli stringenti e più facilmente applicabili in un ambiente confinato. Una rigorosa selezione e preparazione dell’equipaggio, training continui, ispezioni e audit regolari non hanno paragoni con ciò che avviene a terra. Gli standard di pulizia sono quasi ossessivi e di routine.
Prendiamo ad esempio la battaglia, combattuta e vinta, a bordo, con un altro Virus che causa gastroenteriti, la cui percentuale a bordo è infinitamente inferiore a quella che è la percentuale a terra. Sono stati fatti dei protocolli e regole che fanno riferimento al CDC (Center for Disease Control) di Atlanta – agenzia federale degli Stati Uniti, facente parte del Dipartimento della salute e dei servizi umanii – per le regolamentazioni a bordo che ci sono già per altri virus, (gastroenteriti, legionella) ed adesso sono “in progress” le nuove regolamentazioni per la prevenzione del Covid».
Quale ruolo hanno i governi?
«Quello di collaborazione per l’applicazione di tutte queste regole che varranno non solo per salire a bordo delle navi ma anche per gli aeroporti. Si è arrivati alla definizione un po’ più ampia di quello che è la salute pubblica. Il Covid ha insegnato a tutti anche nella stretta collaborazione che deve esserci tra Governi, enti che regolamentano la salute: a livello globale e locale».
Le innovazione in campo medico, in cosa consistono?
«Tutto questo porterà alla medical best practices, alla definizione dei controlli medici a bordo che rappresenta la parte più importante, se non c’è garanzia della salute a bordo tutto il resto perde valore, la parte medica diventa la parte di guida sulla possibilità della rapida ripresa di un industria quella crocieristica. Tutto quello da fare è prevenire a bordo, ma anche a terra perchè si parla di navi che fanno escursioni. Diverso è il traffico mercantile che dovrà seguire gli stessi tipi di sceening per l’imbarco dell’equipaggio, il problema dell’equipaggio riguarda tutto il settori dell’industria navale.
Bisogno aumentato per le medical capacity quindi creare quello che Peter Hult ha definito un sistema immunologico per la nave».
In cosa consiste il sistema immunologico di una nave nave?
Il sistema di difesa per la nave: dagli screening che devono essere fatti prima dell’imbarco alla collaborazione con le autorità esterne. Quello che è successo e non dovrà mai più succedere, che alcune autorità locali hanno impedito lo sbarco di alcune persone malate, sia con il Covid ma anche con altre patologie.