Supply chain, la normalità è dietro l’angolo? Attenzione a previsioni troppo ottimistiche

portacontainer

Secondo i maggiori “Index” economici riguardanti i diversi livelli della catena di approvvigionamento la parola normalità è iniziata a circolare. Dopo i grandi cambiamenti degli ultimi due anni, adesso  gli Indici delle principali analisi di settore mostrano proiezioni 2023 di miglioramento. Flussi più regolari nei traffici marittimi di container, minore capacità, allentamento della congestione portuale e tariffe di trasporto marittimo in calo.

Secondo il Logistics Managers Index (LPI), che misura la competitività della logistica a livello internazionale e macroeconomico, le previsioni di settembre  suggeriscono una normalizzazione e un ritorno ad una normale attività nel prossimo anno.

Concorda l’analisi di Sea-Intelligence secondo cui ci sarà un ritorno alla normalità ed una  perdita di capacità del 2% già entro l’inizio del 2023.

L’Indice di pressione della catena di approvvigionamento globaleGlobal Supply Chain Pressure Index (GSCPI) – della Federal Reserve di New York  delinea miglioramenti a partire dall’inizio del prossimo anno, la pressione sulla catena di approvvigionamento globale sta iniziando a rientrare, dati sicuramente migliori rispetto ai picchi massimi di dicembre 2021, ma anche riguardo ai livelli storici. 

Buone notizie, quindi, sembrerebbero provenire da dati che, globalmente, mostrano una situazione in miglioramento. 

Ma la normalità è veramente dietro l’angolo? Se lo è, sarà davvero come prima della pandemia? Sono le domande che si pone Bloomberg stamani. Nonostante molti Indici economici mostrino miglioramenti, tuttavia, il grado di ripresa varia ampiamente a seconda del settore e della regione, inoltre non si può ignorare che molte aziende continuino a segnalare carenze invariate.

Jason Miller, professore associato di logistica presso la Michigan State University, mette in guardia dall’avere estrema fiducia sul miglioramento. Spiegando la necessità di fare attenzione nelle valutazioni. Perché si devono tenere presenti sia gli Indici che riprendono le dinamiche associate al trasporto internazionale –  del trasporto marittimo e de trasporto aereo containerizzato – sia gli Indici  relativi alle problematiche  invariate dal terzo trimestre del 2021.

Ovvero le gravi carenze di materie prime e manodopera, per le imprese di produzione, una prospettiva attraverso la quale è molto difficile sostenere realmente che ci sia un miglioramento.

Da qui la perplessitá che le previsioni degli “Index”possano essere troppo ottimistiche, conclude Miller: “Alla velocità con cui le cose stanno andando, spero che i problemi inizino ad attenuarsi sostanzialmente entro l’estate 2023, ma sono sempre più preoccupato che le previsioni possano essere troppo ottimistiche“.

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