L’Analisi – Shipping, a pagare i conti della decarbonizzazione alla fine è il consumatore

Maersk

AP Moller-Maersk accorcia di 10 anni la sfida ambientale – Nuovi scenari globali – Tassi di trasporto elevati uno dei fattori di inflazione – Crescente bisogno di rinnovo delle flotte entro 15 anni, demolizione accelerata e pratiche sostenibili.

Lucia Nappi

LIVORNO – Una sfida interessante quella lanciata da A.P. Moller- Maersk, che rivede obiettivi e tempistiche di decarbonizzazione e fissa al 2040 la sfida Zero Netto di emissioni per tutte le proprie attività dirette e anche per quelle indirette dei fornitori terzi, come ad esempio per i fornitori di servizi di trasporto interno e dei cantieri per la costruzione delle navi. 

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Una completa decarbonizzazione entro il 2040, invece del 2050, che in realtà si collega bene con l’iniziativa “Cargo Owners for Zero Emission Vessels” lanciata a ottobre scorso e per la quale nove società hanno firmato l’ambizioso progetto di un trasporto a zero emissioni di carbonio entro il 2040. Le aziende sono Amazon, Brooks Running, Frog Bikes, IKEA, Inditex, Michelin, Patagonia, Tchibo e Unilever.

E’ questo il commento di Lars Jensen, analista danese esperto di shipping, che interviene descrivendo il nuovo orizzonte delineato dalla spinta in avanti sulle tempistiche ambientali di Maersk.  

“È certamente molto più ambizioso degli obiettivi fissati dalla coalizione “Getting to Zero” – sottolinea Jensen –  e un passo avanti rispetto alla recente dichiarazione di Hapag-Lloyd AG rispetto ad obiettivi di Carbon Neutral entro il 2045″.

Tempistiche e target ambiziosi quelli del gruppo danese riguardo ai quali “possono essere certamente sollevate una serie di obiezioni pratiche sulla fattibilità”. Ma se invece Maersk dovesse avere successo aprirà la strada a  nuove opportunità e conseguenze “a partire dal presupposto che i fornitori di carburante dovranno essere in grado di consegnare il fuel”.

Il mercato ha accettato noli storicamente più alti

Un processo che sarà estremamente costoso, commenta Jensen, ma a ben guardare quello che è avvenuto negli ultimi 24 mesi ha dimostrato che il mercato è in grado di accettare, sebbene a malincuore, tariffe di nolo molto più alte di quelle a cui si era abituati storicamente.

Aziende sotto pressione modelli di business non più praticabili

Tutto ciò ha messo alcune aziende sotto forte pressione ed ha evidenziato modelli di business non più praticabili con tariffe di trasporto così elevate. Tuttavia il mercato sta dimostrando di essere in grado di affrontare queste pressioni e  tarriffe perché i volumi di trasporto rimangono storicamente elevati.

Inflazione

“I tassi di trasporto elevati sono uno dei fattori che contribuiscono all’inflazione” – spiega l’analista – ma se la maggiorazione dei tassi sono il prezzo che viene pagato per la decarbonizzazione generando inflazione, questo significa che a pagare i conti della decarbonizzazione alla fine sono i consumatori.

Se la completa decarbonizzazione entro il 2040, invece del 2050, lanciata da Maersk verrà vista come una strategia per ottenere un vantaggio competitivo, altri vettori seguiranno rapidamente l’esempio. Ciò creerà un ciclo di feedback positivi in relazione ai fornitori di carburante.

Rinnovo flotte entro 15 anni

Ma significherà, anche, che ci sarà un crescente bisogno di provvedere al rinnovo di gran parte delle flotte entro un periodo approssimativo di 15 anni.

Demolizione accelerata delle flotte

Ciò significa una rottamazione accelerata e una riduzione della durata prevista degli asset costruiti negli ultimi anni. Ciò servirà a evidenziare le questioni su come promuovere pratiche di demolizione maggiormente sostenibili – un problema chiaro già oggi e che deve essere pensato come parte di un processo di decarbonizzazione accelerato per l’intero settore.

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