Assarmatori, Fit for 55 costi economici e sociali su traghetti e passeggeri

ROMA – Nel futuro delle flotte italiane dei traghetti, navi ro-ro e ro-pax battenti bandiera italiana, che effettuano servizio passeggeri e merci sulle tratte per le isole maggiori e minori, ma anche quelle che effettuano collegamenti con un solo un porto nazionale, la strada per la decarbonizzazione, nell’attesa dei nuovi carburanti green, al momento, sembra essere la riduzione della velocità.

Rinnovare la flotta richiede investimenti economici ingenti e, nei prossimi anni, non sarà possibile cambiarla. Sará invece possibile operarla da renderla conforme agli obiettivi di decarbonizzazione imposti dall’IMO.

Questo però significa andare più piano, ridurne la velocità. Ma mentre per alcune navi andare più piano è una possibilità, per le navi ro-ro-pax che effettuano la continuitá territoriale con le isole, collegamenti giornalieri, diurni o notturni, non c’è la possibilità di variare la velocità, fattore questo da escludere.

Un problema di non facile soluzione per il comparto del trasporto marittimo nazionale, su cui gravano gli obiettivi green dell’IMO e la riforma Fit for 55 che la Commissione Europea potrebbe applicare anche al cabotaggio marittimo. Decisione al momento rinviata alla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. Un peso tangibile in termini di costi economici e con forti ricadute sociali.

Temi che sono stati affrontati, stamani, nell’ambito di una conferenza stampa indetta da Assarmatori, per la presentazione di due studi;
Il primo elaborato da RINA per Assarmatori, relativo all’applicazione alla flotta ro-ro e ro-pax italiana delle misure adottate dall’IMO volte al raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni di CO2 per carico trasportato previste per il 2030. E presentato dall’ing. Andrea Cogliolo.

Il secondo realizzato dalla struttura di Assarmatori e presentato da Enrico Allieri, per analizzare l’impatto del pacchetto Fit for 55 sul trasporto marittimo, in particolare quello dei traghetti per le isole maggiori e minori e le Autostrade del Mare. «Navi con un’età media tra i 25 e i 35 anni, corto e lungo raggio, unità che hanno ancora una vita residua piuttosto elevata» – come precisato da Allieri.

Due temi urgenti per il comparto che, Assarmatori, ha sfoderato nella preparazione dell’Annual Meeting, del prossimo 12 luglio. «Studi che vanno a ricercare elementi fondamentali per dare percezione di quello che sta accadendo» – ha detto il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, durante l’incontro – «Un contributo utile a tutti gli stakeholder del trasporto marittimo».

Operazione che «nasce per sollecitare una presa di coscienza, e un cambiamento di visione da parte dei decisori» – ha tenuto a precisare Allieri – «Per un comparto che ha una rilevanza economica oltre che sociale. La continuità territoriale è un diritto garantito, e la presa di coscienza ci fa ben sperare. Ma Attenzione» – mette in guardia – «questo dialogo tripartito in Comunità europea è appena partito, ci aspettiamo che venga fuori qualcosa di più ragionevole».

«Le normative Fit for 55 rischiano di creare gravi danni, non solo alla tenuta economica delle compagnie impegnate in questi servizi, ma anche, a valle, su tutta la filiera: servizi merci, trasporto passeggeri, turismo insulare».

Lo studio ha messo a fuoco che l’applicazione dell’ETS graverebbe sul trasporto marittimo per un costo totale superiore ai 275 milioni di euro all’anno, di cui quasi 230 milioni per le navi ro-ro-pax impegnate sulle rotte a lungo raggio ( Sardegna e per le Autostrade del Mare) .

Ogni singola unità dovrebbe sostenere un costo maggiore pari a quasi 3,5 milioni all’anno; per una unità in servizio sui collegamenti con le isole maggiori si potrà avere un costo aggiuntivo di 23 mila euro a tratta.

Aggiungendo inoltre gli effetti della tassazione sull’energia, ETD – Energy Taxation Directive – l’impatto totale sulla flotta italiana sarebbe superiore ai 380 milioni di euro all’anno. Di questi, sarebbero quasi 300 i milioni relativi alle navi ro-ro-pax impegnate nei collegamenti con le isole maggiori ed oltre 40 i milioni per i collegamenti con le isole minori.

Circa 350 milioni di euro all’anno che andranno a gravare sui servizi di continuità territoriale. Poiché le accise colpiranno anche le unità inferiori alle 5.000 tonnellate, una nave impegnata nei collegamenti con le isole minori, che consumi tipicamente 3.000 tonnellate all’anno di gasolio, vedrebbe i suoi costi per l’energia crescere di circa 1,2 milioni di euro all’anno.

 

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L”esempio concreto dell’impatto di queste misure sul prezzo finale, è il seguente:

Mentre oggi il biglietto base, passaggio ponte, per i traghetti per la Sardegna,  ha un costo medio di 43 euro, con l’introduzioni dei costi dell’ETS, il costo aggiuntivo sarebbe di circa di 30 euro in più, quindi il 70% in più del costo del biglietto attuale.

Lucia Nappi

 

 

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