Venezia porto in sciopero, in 400 chiedono il lavoro – Santi, Port Community: “Risposte subito”

Sciopero Venezia
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VENEZIA – “Vogliamo lavorare”. Questo urlano gli oltre quattrocento lavoratori portuali che stamattina hanno fermato ogni attività per unirsi in un corteo che, dalla Marittima fino alla stazione FS Santa Lucia di Venezia, ha percorso il tratto fra Porto Marghera e piazzale Roma, attraversando il ponte di Calatrava, per chiedere “soluzioni subito”. “Questa è la battaglia per il lavoro e per la rinascita di una città sana e competitiva. Nessuno si illuda che i lavoratori e la città restino inerti di fronte alla messa in discussione di 20 mila posti di lavoro che mantengono cittadini e le loro famiglie” si legge nel volantino distribuito a Marghera dalle prime ore del mattino.

Portuali, imprese, lavoratori dell’indotto (spedizionieri, agenzie marittime, portabagagli, rimorchiatori, ormeggiatori, piloti, autotrasporto FAI), sindacati, cooperative, associazioni di lavoratori (Venezia Port Community e Venezia Lavora), rappresentanti del settore crocieristico ma anche taxi e gondolieri hanno manifestato nel punto di maggior visibilità della citta, il piazzale antistante la stazione dei treni, per “denunciare il mancato intervento risolutivo degli Enti preposti, delle Istituzioni e del Governo per la soluzione concreta di problematiche che mettono a rischio le attività lavorative e, di conseguenza, i posti di lavoro. Restano da sciogliere nodi cruciali quali la mancata manutenzione strutturale dei canali di accesso alle banchine portuali e alla mancata soluzione del problema Grandi Navi, a distanza di 8 anni dal decreto Clini-Passera”.
Mesi di cassa integrazione, precariato senza tutele, calo dei traffici da marzo causa Covid, manutenzione non effettuata e, infine, riduzione del pescaggio hanno prodotto un calo drastico di traffici e logistica, cui s’aggiunge la mancanza di un Presidente, ora nominato Commissario Straordinario (Pino Musolino), di cui i portuali chiedono la nomina immediata, con poteri di progettazione e decisionali a lungo termine sul porto di Venezia.

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“Chiediamo un’unica cabina di regia per il Moseha dichiarato Alessandro Santi, presidente Venezia Port Community e Assagenti – le cui 78 paratoie dovrebbero alzarsi almeno 100 volte l’anno nel periodo autunno/inverno, impedendo così l’accesso al porto rischiando seriamente di rendere poco appetibile agli armatori e alle merci la portualità lagunare. Nel pieno rispetto dell’ambiente lagunare, unico al mondo, chiediamo risposte subito per trovare il giusto equilibrio nel territorio”.

“Tutto il porto è fermo – ribadisce Marino De Terlizzi, storico segretario Cisl Veneto. – Sono a rischio oltre 20 mila lavoratori nel primo porto dell’Adriatico, porta d’accesso dei traffici commerciali verso la Grecia e l’Oriente. Importanti compagnie aeree (Easyjet in primis) e da crociera (che equivalgono a 5mila posti di lavoro) hanno escluso Venezia dalla loro programmazione, aggravando la situazione già critica.

Positivo il bilancio di fine mandato presentato ieri dal presidente uscente Pino Musolino con oltre 300 milioni di investimenti effettuati dal porto, ora avvenga subito la nomina di un soggetto con pieni poteri e di un comitato di gestione previsti dalla legge, per accellerare l’iter relativo alle concessioni demaniali in scadenza”.

Sollecita infine “la realizzazione della conca di navigazione (importo stimato 1,5 milioni di euro ma manca l’autorizzazione del Mit, ndr) per favorire il transito delle navi da crociera e dei rimorchiatori durante l’operatività del Mose” Andrea D’Addio, Coordinatore Uil.
A fine manifestazione il neo-confermato sindaco forzista Brugnaro, con l’assessore Simone Venturini e il vicesindaco Andrea Tomaello, ha annunciato una riunione in Comune con tutte le categorie.

Laura Colognesi

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