Pino Musolino, presidente dell’Autorità di Sistema portuale di Venezia, replica alle argomentazioni prodotte dai due componenti del Comitato di Gestione, Maria Rosa Anna Campitelli e Fabrizio Giri (Regione Veneto e Città metropolitana di Venezia) che il 18 giugno scorso, con parere contrario, hanno bocciato il bilancio consuntivo 2019 del porto.
Scrive Musolino: “Le argomentazioni prodotte da entrambi i componenti per esprimere il loro voto contrario al Rendiconto Finanziario 2019 sono assolutamente prive di fondamento dato che la procedura del riequilibrio del PEF della società Venice Ro Port MoS si è definitivamente conclusa, con un voto favorevole, nella seduta del Comitato di Gestione del 20 gennaio 2020, con delibera numero 1/2020. È quindi fattuale che tale argomento non possa essere utilizzato come motivazione valida per una votazione negativa di un Consuntivo di Bilancio che, con il riequilibrio del PEF, non ha nulla a che vedere.
Peraltro, in piena trasparenza – spiega nella lettera il presidente del porto di Venezia – l’intera documentazione, comprensiva dei pareri di Nars e Avvocatura dello Stato, è stata messa a disposizione dei membri del Comitato e discussa, sia in incontri istruttori (documentabili), sia in sedute ufficiali di Comitato, a far data dal Luglio 2018.
A questo proposito, preme richiamare che sia al presidente della Regione, con nota prot. 950/2019 comprensiva di 6 allegati tecnici e nota prot. 10855/2019, che al Sindaco Metropolitano, con nota prot. 949/2019 con 6 allegati tecnici e nota prot. 10856/2019 sono stati forniti puntuali aggiornamenti e piena disponibilità di tutte le informazioni e tutto il percorso tecnico-amministrativo seguito e sviluppato. Inoltre analoga informativa è stata inviata anche all’attenzione dell’Assessore Regionale ai Trasporti prot. 11112/2019, con 6 allegati tecnici.
I componenti Giri e Campitelli potrebbero aver avuto ragione ad esprimersi negativamente, qualora il Bilancio avesse presentato sofferenze o disequilibri che invece i numeri non rilevano. Al contrario, il Rendiconto porta un attivo che supera i 26 milioni di euro e un utile di oltre 11 milioni, solo per citare i parametri più significativi. Il parere negativo quindi non fermerà un iter già concluso – quello del riequilibrio del PEF di Fusina –, non comporterà alcun beneficio alla comunità portuale ma avrà invece come riflesso immediato quello di stroncare sul nascere la possibilità, da parte dell’Ente che presiedo, di erogare, a sostegno delle categorie più colpite, le cifre previste dal DL Rilancia Italia – per una capienza di 6 milioni di euro che AdSP ha nelle sue disponibilità. Tali misure integrano, non sostituiscono la cassa integrazione che è cosa ben diversa ed è erogata da altri Enti – e sono rivolte a lavoratori e imprese. Allo sconforto di non poter sostenere lavoratori e imprese poi, si unisce la mia personale amarezza nel vedere, nelle dichiarazioni di voto, riportate nero su bianco presunte “difficoltà nel ricevere le informazioni essenziali per le decisioni sottoposte all’attenzione dei componenti del Comitato”. Un’affermazione non veritiera – il Comitato è stato convocato formalmente il 26 maggio, la documentazione è stata messa a disposizione dei componenti l’8 giugno, dieci giorni prima della seduta e non sono mai, né per iscritto né verbalmente né in ogni altra forma, pervenute richieste di chiarimenti da parte di Giri e Campitelli – e offensiva per la professionalità e la dedizione dimostrata sempre dai dipendenti dell’Ente che, anche in piena emergenza sanitaria, sono sempre stati al loro posto di lavoro, in sede o in remoto, e hanno offerto pieno sostegno alla comunità portuale; comunità portuale che ha bisogno di sostegno e per questo intendo riconvocare il Comitato di Gestione e chiudere finalmente una vicenda francamente assurda. Qualora dovesse mancare la volontà e la disponibilità a prendere parte ad una prossima seduta intendo rivolgermi alle Istituzioni competenti per ristabilire la verità, amministrativa ma anche storica. Un bilancio approvato a pieni voti e senza osservazioni, così come quelli precedenti da me presentati, dal Collegio dei Revisori dei conti e dai Ministeri competenti, non può essere cestinato per motivi altri rispetto alla propria regolarità tecnica e contabile”.