Riforma portuale: Quali le modifiche? / SEMINARIO

LIVORNOAd un anno di distanza dall’entrata in vigore della normativa di riforma portuale (Dectreto legislativo169/2016) la situazione normativa non è ancora chiara, anche a livello di possibilità di modifica della riforma stessa.
Il termine della delega del Correttivo che portava un “aggiustamento” al D.Lgs 169”, secondo l’opinione dei giuristi, sarebbe scaduto il 15 settembre scorso, pertanto le modifiche dovranno essere contenute in una legge ordinaria approvata dal Parlamento, questo sarà l’esito più probabile per un tardivo esercizio da parte del Governo.
 
Su questo tema si è tenuto ieri a Livorno, al teatro la Goldonetta, il seminario dal titolo “Porti: ad un anno dalla riforma della Riforma portuale un incontro quindi per parlare delle modifiche alla Riforma portuale, ponendo l’accento su gli aspetti non chiari di questa normativa.
Il seminario che è stato promosso da Confindustria Livorno e Massa Carrara, ha visto l’intervento di esperti di diritto marittimo: lo studio Canepa, de Luca e Pollastrini di Livorno e lo studio legale Morbidelli, di Firenze.
Tra i relatori per Confindustria il presidente Alberto Ricci, il direttore Umberto Paoletti, l’Ammiraglio Giuseppe Tarzia, Direttore marittimo della Toscana e Comandante della Capitaneria di porto di Livorno, Matteo Paroli, segretario generale dell’Autorità di Sistema di Ancona, il presidente dell’Authorità di Sistema di Livorno e Piombino, Stefano Corsini. 
 
Riuscirà il legislatore ad apportare le modifiche di cui l’utenza ha veramente bisogno?” ha detto l’avvocato Luciano Canepa, esperto di diritto internazionale dei trasporti e della navigazione, nell’introduzione ai lavori. Consentitemi di manifestare un certo pessimismo, quanto meno in tema di semplificazione”, ha continuato Canepa. “Un esempio è l’articolo 11bis”, “si parla di partenariato ascendente e discendente in tema di linguaggio semplificato”.
Il marittimista ha inoltre ricordato il ruolo svolto da Livorno alla fine degli anni ottanta, tracciando l’escursus con cui si arrivò alla definizione della legge di riforma portuale 84 del 1994. Nel 1989 Canepa, quale presidente dell’utenza portuale livornese, fu firmatario del ricorso al Tar Toscana, la cui sentenza portò alla emanazione “il 6 gennaio 1989. dei decreti Prandini che videro per la prima volta riconosciuta nel settore portuale, la possibilità di lavorare in autonomia, con i propri dipendenti senza ricorrere ai lavoratori portuali”. “Tre anni dopo la Corte europea sanciva la consacrazione della fine del monopolio dei portuali per arrivare alla legge 84/94”.
 
Il direttore marittimo: il nuovo ruolo
Del nuovo ruolo del direttore marittimo, alla luce della riforma, ha parlato l‘Ammiraglio Tarzia: “Non è più il comandante del porto che prima sedeva in comitato portuale”, “adesso, il suo ruolo è nell’ottica dell’Autorità di sistema”. “Nel Correttivo il comandante del porto, siede nel Comitato di gestione e non vota più limitatamente alle materie di competenza”. “Il direttore marittimo è competente da esprimere il voto su ciascuna delle materie che, di volta in volta, sono all’attenzione del Comitato. “Un nuovo ruolo di impulso e di interlocuzione su tutti gli aspetti: sviluppo, bilancio e tutta una serie di argomentazioni”.
 
L’Organismo di partenariato
Parlando inoltre dell’Organismo di partenariato l’ammiraglio Tarzia ha sottolineato: Qui trovano spazio le categorie che una volta facevano parte del comitato portuale, ma quello era un carrozzone pesantissimo. Questo Organismo è un passo in avanti in termini di efficacia e di efficienza”. Parlando di Livorno Tarzia ha rivolto “un invito alla Autorità di Sistema di Livorno perché si proceda, il prima possibile, alla costituzione dell’Organismo di partenariato che sarà portatore dal basso delle istanze”..
 
La visione d’insieme
Alberto Ricci ha offerto alla platea un quadro generale, all’interno del quale, la riforma portuale si muove: E’ necessario uscire dalla visione concorrenziale tra porti appartenenti allo stesso sistema nazionale, per integrarsi in una visione globale, più efficace. In questo modo sarà possibile competere con gli altri sistemi internazionali. Occorrerà tempo, una nuova modalità di relazione anche tra le diverse istituzioni del territorio, perché tutti adottino comportamenti coerenti ad una visione di sviluppo integrata.”
Ha concluso Ricci “Il futuro chiede collaborazione e coesione elementi indispensabili a contrastare la crisi profonda della quale solo recentemente si iniziano a registrare segnali di ripresa”.
Lucia Nappi
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