Port&Shipping Tech, “Fattori competitivi 2.0” – Integrazione verticale della catena logistica

Fattori competitivi 2.0

di Lucia Nappi

GENOVA – Port&Shipping Tech, la tre giorni delle conferenze della Genoa Shipping Week si è conclusa stasera proprio nella giornata simbolo di Genova. Stamani quello che rimaneva del ponte Morandi è stato fatto implodere per affrontare le fasi della costruzione del nuovo ponte. Immagine di rinascita della città e del suo porto. Stasera nel Padiglione Jean Nouvel della Fiera di Genova sono attesi i circa 3 mila ospiti per la quindicesima edizione dello Shipbrokers and Shipagents Dinner, evento conclusivo della Genoa Shipping Week.

Port&Shipping Tech, organizzata da ClickUtility Team, ha visto il  concatenarsi del ricco programma delle conferenze dove i professionisti della Blu economy e della logistica si sono confrontati su tanti temi. Conferenze senza sosta nelle tre location di rappresentanza genovesi: l’Auditorium dell’ Acquario, Palazzo San Giorgio e Palazzo Ambrogio Di Negro in Banchi. Presenti tutti nomi dello shipping nazionale e internazionale, tutti i rappresentanti delle Associazioni di settore, le Istituzioni locali, nazionali ed europee, gli operatori, i terminalisti, i professori e gli esperti della materia.
Unico grande assente: il Governo, è stato sottolineato da molte parti. Orfano delle funzioni del vice ministro al Mit, il governo sembra aver dimenticando il settore che rappresenta buona parte del PIL nazionale.

Ieri pomeriggio alla sessione “Fattori competitivi 2.0″ si è parlato di integrazione verticale della catena logistica, l’argomento lanciato da Gian Enzo Duci presidente di Federagenti per l’occasione chairman ma anche “scudo umano”, come lui stesso si è definito, “tra i due rappresentanti delle associazioni armatoriali nazionali” al tavolo dei relatori: Mario Mattioli. presidente di Confitarma e Alberto Rossi, direttore generale di AssArmatori.

“La notizia del giorno” annuncia Duci: “è che Maersk ha dichiarato che entro pochi anni il 50% dei ricavi verrà fatto a terra” l’argomento quindi è l’integrazione verticale, il fenomeno attraverso il quale un armatore gestisce “le altre attività della catena logistica: a partire dal quelle del Terminal portuale, al trasporto terrestre, ai servizi alla merce e alle navi” – spiega il presidente di Federagenti.

“Il peso della logistica nella produzione industriale è sempre più crescente” – interviene Mattioli, “come nel mercato dell’auto, assegnare la logistica a terzi è un fenomeno sempre maggiore e che offre risultati”- “l’integrazione verticale risponde a questa logica”- A margine dell’incontro Mario Mattioli (VIDEO) ritorna sul tema ”La verticalità del sistema è fondamentale affinchè ci sia uno sviluppo coerente del sistema portuale, che ci sia un’integrazione tra il porto e tutto quello che riguarda l’infrastrutturazione” – “Non ha senso avere un porto efficiente se un sistema di raccordo o di retroporto non è efficiente” – “è importante che ci sia una coerenza” – Mattioli si riferisce alla questione Ultimo miglio ferroviaro, la cui mancanza penalizza i porti italiani.   “L’integrazione verticale, ovvero creare nell’ambito di un unico vettore  più aspetti della logistica, dal trasporto via mare, via terra e a quello combinato, è  un aspetto di competitività importante-“Sebbene questo debba essere coerente con la normativa antitrust. Il grande carrier, che ha volumi importanti” -“potrebbe creare una verticalizzazione tale da incidere nel rapporto di competitività di tutti coloro che oggi sono nell’ambito del servizio: i servizi tecnico nautici, il terminalismo ed altri”. “Ci deve essere una crescita coerente”-perchè si può creare un gigante e affossare la catena logistica dei porti” – “e questo potrebbe creare un monopolio di fatto“.

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Il tema è affrontato anche da Assarmatori, è Alberto Rossi a spiegarlo: ”Il terminalismo italiano vive in continua ed estrema modificabilità L’integrazione verticale è un fattore che può rendere estremamente competitivi i nostri porti. Questa è l’elemento fondamentale del trasporto e i porti funzionano solo dove c’è un’integrazione verticale che funziona” Interpellata da Duci interviene Costanza Musso, armatrice del Gruppo Grendi, recentemente insignita dell’onorificenza di cavaliere del lavoro. “Non bisogna essere il primo gruppo armatoriale al mondo per fare integrazione verticale” afferma il numero uno di Federagenti all’indirizzo dell’armatrice genovese. “Noi integrazione verticale la facevamo già negli anni ‘70,” – sottolinea la Musso – “perchè operavamo in Paesi dove non c’era ancora niente”,

Bene, sull’argomento tutti sembrano essere d’accordo, anche Stefano Messina, presidente di AssArmatori, dalla platea in prima fila annuisce e lascia andare avanti il direttore. E’ sul “fare sistema” e sulla mancanza di unitarietà del Cluster marittimo che torna la divergenza. Mattioli indica la via dell’unitarietà del Cluster sotto il cappello della Federazione del Mare. Rossi auspica alla pluralità delle voci, come confronto, in seno alla Conferenza dei presidenti di Autorità di sistema con al vertice il ministro, applicazione della Riforma portuale.

Sull’argomento Rossi interviene (VIDEO) anche a margine del convegno. “La Conferenza dei presidenti è uno strumento essenzialespiega Rossi– “dove si incontrano le istanze del Cluster e si misurano le azioni del Governo. Questo il  più grande contributo che la Riforma portuale ha dato alla nostrà industria, cioè la possibilità di avere una centralità nelle decisioni. In un mondo che ha visto,  spesso nel passato, una concorrenza territoriale, dove Livorno per esempio faceva la concorrenza a Genova, dove le opere venivano fatte secondo le logiche localistiche. La Conferenza, nell’animo del legislatore, ha lo scopo di coordinare queste attività” – “passaggio amministrativo formale necessario, laddove le Autorità di Sistema devono misurarsi quando si parla di grande infrastrutturazione che si decide non nei porti, ma a Roma nell’ambito di questa Conferenza. Questa è la norma”- conclude pertanto Rossi  “Pertanto chiediamo quando verrà Conferenza istituita e, quando ne potremo godere dei frutti, perchè quello è l’alveo dove si prendono le decisioni

L’incontro prosegue sul tema burocrazia: realizzazione delle opere pubbliche ostacolata dagli iter burocratici, i tempi di messa a bando delle gare pubblichei, e i successivi appelli al Tar.

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La sessione successiva vede la Tavola rotonda tra i presidenti delle Autorità di Sistema portuale e il confronto sui fattori di sviluppo del sistema: risorse economiche, sburocratizzazione, regime speciale, modelli europei. Sul piatto della discussione viene servito ogni argomento di rilievo della portualità. Una sorta di canto e contro canto tra un presidente e l’altro, una “lamentatio” collettiva, incalzata e provocata dal chairman Umberto Masucci, presidente dell’ International Propeller Club nazionale e dal giornalista Alberto Quarati. Entrambi, con le domande, vanno a colpire ogni presidente dove fa più male. A ciascuno il suo “problema portuale”.

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