Nuova diga, Terzo Valico, Nodo Ferroviario, Gronda e Porto digitale – Sono le cinque opere per lo sviluppo di Genova, della Liguria e di tutto il Nord Ovest Italiano – Pessina, presidente Assagenti: «Opere necessarie e possibili, pretendiamo il rispetto dei tempi». Diga: la consegna delle progettazioni è già in ritardo di 6 mesi.
Lucia Nappi
GENOVA – «Protagonista è la metamorfosi, quella profonda trasformazione che tutti ci aspettiamo dal nostro porto e dalla nostra città». Con queste parole che riportano alla Metamorfosi kafkiana, Paolo Pessina, presidente di Assagenti, ha aperto l’Assemblea annuale degli agenti marittimi di Genova. Assemblea che già dal titolo – “Obiettivo: Solo il possibile” – preannunciava l’impostazione pragmatica della categoria nel perseguire gli obiettivi di sviluppo futuro del porto e della città. Un “obiettivo possibile” che coincida con la realizzazione di «cinque opere di prima fascia necessarie e possibili» per le quali «bisogna pretendere il rispetto dei tempi» – sottolinea con forza il presidente degli agenti marittimi genovesi dal palco del palazzo della Borsa – «perchè su queste opere poggia il futuro del porto, dell’economia ligure e dell’intero Nord Ovest italiano»
Eccole le cinque opere – La nuova diga del porto (oltre un miliardo di spesa e consegna nel 2027); il Terzo Valico ferroviario fra Genova e Milano, consegna 2026 a 114 anni dal primo progetto; il Nodo ferroviario di Genova, consegna 2024; la Gronda autostradale di ponente, inizio lavori 2023 e 10 anni per il completamento; e il Porto telematico (il sistema telematico per interconnettere il porto al mercato) attraverso la digitalizzazione di tutti i servizi e dell’organizzazione portuale: 2023.
Per questa cinquina di opere necessarie – continua Pessina – «non devono esistere incognite sul rispetto dei tempi. Per la consegna dei cantieri non si può prescindere dal rispetto assoluto dei tempi di realizzazione, non ci possiamo permetterci di sbagliare, le revisioni dei costi non dovranno rallentare le opere, l’informativa ai cittadini dovrà essere costante. Genova dovrà essere una grande casa di vetro e, il suo porto dovrà essere un laboratorio italiano della sfida alla trasparenza».
Riferendosi alla Diga «ma se guardiamo la tempistica della consegna delle progettazioni già siamo in ritardo di 6 mesi» – denuncia Pessina durante la Tavola rotonda. Sul tema dei tempi la viceministra Teresa Bellanova, intervenuta via video in apertura dell’Assemblea, aveva precedentemente messo le mani avanti : «abbiamo fatto del nostro meglio, di più non era possibile fare».
Gli operatori cambino modello operativo:
Rivolgendosi agli operatori del porto, a tutte le categorie, agli stakeholder, Pessina esorta al cambiamento operativo: «Se vogliamo passare dagli attuali 2,7 milioni di container, ai futuri 5 milioni» – grazie alle nuove opere infrastrutturali e in primo piano la nuova diga – «è necessario che tutti affrontinio il cambiamento del modello operativo».
Pessina affronta anche un «tema considerato sino ad oggi un taboo nelle discussioni del porto di Genova» – l’area siderurgica di Cornigliano fantasma della vita economica genovese, il presidente degli agenti marittimi genovesi specifica che potrebbe essere utilizzata come ZLS, poichè un porto in affannosa ricerca di spazi per attività di movimentazione delle merci e di logistica non può più permettersi il lusso di ignorare un’area (ex Italsider) da un milione e 300 mila metri quadri nel centro dello scalo marittimo. A rafforzare questa visione interviene anche il sindaco Bucci: «L’accordo di programma prevedeva 2.200 persone per 1 milione e 200 mila metri quadri, mentre oggi abbiamo 950 persone ovvero una persona ogni 1.200 metri quadri» – «Almeno 500 mila metri quadri potrebbero essere disonibili, già oggi, per altre aziende» – il sindaco sul tema invoca un’alleanza forte fra Istituzioni e Imprese.
Concludendo Pessina si rivolge a tutte le categorie degli operatori del cluster portuale e logistico invocando ancora una sinergia nel chiedere alle istituzioni e alla politica: «l’impegno delle promesse, vigilanza e assunzione di responsabilità». Infine il passaggio del testimone ai giovani dell’associazione: «ma non senza aver consegnato loro delle chiavi solide per costruire questo futuro» – sottolinea ed annunciando il «pensatoio per il futuro» a cui darà vita nel luglio prossimo la community dei giovani di Assagenti.