LIVORNO – Non si arresta la reazione alla bocciatura dell’Antitrust sul tema dell’autoproduzione. Un’onda d’urto di commenti innescata dalla segnalazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e Mercato sul tema su cui si attua la spaccatura del mondo marittimo tra armatori e imprese dei lavoratori. E con la quale l’AGCM chiede a parlamento, ministero e presidenza del Consiglio di “rivedere, se non abrogare, la norma”, quell’articolo che va a limitare il ricorso all’autoproduzione da parte degli armatori, solo nei casi di indisponibilità nel porto degli articoli 16 o 17.
A intervenire sull’argomento è il presidente della Compagnia Portuale Livorno, Enzo Raugei, che sentito da Corriere marittimo sottolinea: «Prima di andare al parlamento e al ministero la segnalazione dell’Autorità Garante è arrivata direttamente alla stampa, questo a mio avviso è un passaggio anomalo» – inoltre- «i provvedimenti presi con il decreto, avvallati anche dalla ministra De Micheli, credo che corrispondessero ad una regolamentazione dell’autoproduzione in maniera certa, sicura e regolata, rispetto a quello che fino ad allora aveva previsto la legge».
«Un provvedimento giusto» – tiene a precisare il presidente di CPL – «che va a regolare questo tipo di possibilità per gli armatori, in maniera precisa. Ma soprattutto dà garanzia di sicurezza ai lavoratori, di continuità, sicurezza anche per i passeggeri che sono a seguito delle navi ro-ro. Credo che il lavoro fatto con quel documento rappresenti un elemento di chiarezza, rispetto a come e quando una liner armatoriale può chiedere l’autoproduzione. Non la vieta, semplicemente la regolamenta».
Il presidente della Compagnia Portuale ritorna in conclusione sul tema della sicurezza – «E’ normale che ogni azienda cerchi di risparmiare il più possibile nei cicli produttivi, a tutto c’è un limite e soprattutto dove si potesse ad andare ad impattare su livelli di sicurezza. Le economie vanno cercate altrove: nell’efficienza, nel ciclo. Ma a parte il periodo che stiamo vivendo e la crisi causata dal Covid, non mi sembra che ci fossero delle liner particolrmente in sofferenza a causa dell’autoproduzione».
Lucia Nappi