Porti, autoproduzione – Antitrust:”Rivedere, se non abrogare, la norma”

lavoro porto

Sul tema dell’autoproduzione nei porti, argomento sul quale si attua la spaccatura del mondo marittimo tra armatori e Ancip insieme ai sindacati dei lavoratori, è piombata la segnalazione dell’Antitrust- l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che scrive al Parlamento, alla presidenza del Consiglio e al Mit  sottolineando “talune criticità concorrenziali derivanti dalle modifiche apportate all’articolo 16 della legge 84” – si legge nella segnalazione dell’Antitrust –   in particolare il, riferimento è all’articolo 199 bis – comma 4-bis del decreto legge 19 maggio 2020, l’articolo rivisto in seguito all’emendamento Gariglio per la regolazione dell’autoproduzione nei porti, limitandone il ricorso  da parte degli armatori, solo nei casi di indisponibilità degli articoli 16 o 17.

Pertanto secondo l’Autorità Garante “La necessità di avere a bordo personale unicamente dedicato allo svolgimento delle operazioni e dei servizi portuali, senza peraltro la certezza di poterlo utilizzare, comporta inevitabilmente costi aggiuntivi per il vettore, suscettibili di rendere, all’evidenza, antieconomica la scelta di ricorrere all’ autoproduzione delle attività in parola”. Nel testo in conclusione: “l’Autorità confida che il legislatore, nel tenere in considerazione le osservazioni sopra espresse, voglia rivedere, se non abrogare, la norma in questione, onde evitare l‘esclusione di dinamiche competitive e di mercato nell’esercizio delle attività portuali, che appare suscettibile di penalizzare, anziché ti lanciate, il comparto portuale in Italia.”

 

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