Ferrari (Assiterminal): «Non solo semplificare i processi, ma renderli uniformi» VIDEO

Alessandro Ferrari

Incontro con Alessandro Ferrari, direttore generale Assiterminal «Un tema di governace che noi poniamo all’attenzione del governo: non solo semplificare i processi ma renderli uniformi».

Lucia Nappi

NAPOLI – Gli effetti della pandemia nel settore marittimo e portuale, nell’incontro: “#Pandemic Shipping: Impatti” – I concetti di resilienza e ripartenza declinate al settore marittimo logistico e portuale, un incontro svolto durante la settimana napoletana dello shipping che ha visto riuniti i principali attori del cluster marittimo per discutere sulla ripartenza del comparto dopo lo shock della pandemia. Un momento collettivo che ha fatto il punto sulle azioni messe in campo dalla politica e sulle proposte per una resilienza di breve e medio termine per superare la crisi.
Tra gli intervenuti: Marco Conforti, Board Member, Feport, Pietro Spirito, Presidente, Assoporti, Ivano Russo, Direttore Generale, Confetra, Andrea Scarpa, Vicepresidente Fedespedi, Alessandro Ferrari, Direttore, Assiterminal, Alberto Rossi, segretario generale Assarmatori, Mario Mattioli, presidente, Confitarma, Paola Tongiani, residente, WISTA Italia, Rosa Abbate, avvocato marittimista, PG LEGA, Domenico Santisi, Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto- Marcello Di Caterina, Vicepresidente e Direttore Generale, ALIS.

Dal mondo terminalistico si sono sollevate le istanze di una  governace che guardi alla semplificazione dei processi e all’uniformità. Alessandro Ferrari, direttore di Assiterminal, Associazione italiana Terminalisti Portuali, sentito da Corriere marittimo  (VAI ALLA VIDEO INTERVISTA) mette al primo posto il regolamento delle concessioni la cui mancanza crea difformità e perdita di competitività per i porti nazionali nel contesto del mercato globale. 

Ferrari, resilienza del comparto, le misure emergenziali non hanno esaurito le istanze che provengono del vostro settore, quali i temi rimasti aperti?
«Le misure emergenziali vanno rinnovate con una logica di prospettiva e con un po’ più di chiarezza, dal punto di vista di formalizzare e rendere esigibili le norme. Noi in questo momento abbiamo una misura centrale, quella della riduzione dei canoni, che va messa a sistema. Chiediamo criteri uniformi per non creare diseconomie e disugualianze.
Non ci siamo mai fermati, resilienti e continuità, con costo del lavoro invariato, perchè non abbiamo mai utilizzato ammortizzatori sociali, proprio per una continuità operativa. Questo crea un tema di differenza rispetto a competitor che sono più appetibili di noi, in termini di riduzioni dei costi e capacità di essere molto più efficienti in un ottica di semplificazione vera.
Un tema di governace che noi poniamo all’attenzione del governo: non solo semplificare i processi ma renderli uniformi.
Non c’è ancora il regolamento sulle concessioni e questo è una discriminante competitiva, non è possibile che in ogni porto ci siano regole di ingaggio diverse.
Nel momento in cui ci saranno parità di regole, sarà molto più facile mettere in gioco la competitività delle aziende. Minimo comune denominatore per restare sul mercato
Sul tema del lavoro: vorremmo sviluppare un dialoro funzionale a riconoscere il lavoro portuale comne lavoro usurante, darebbe sbocco al ricambio generazionale e di dignità a un lavoro che in questo momento ha dimostrato di essere competitivo nella filiera della logistica».

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L’on. Paita, presidente Commissione Trasporti alla Camera, ha delineato la proposta di un nuovo Decreto Semplificazioni specifico su porti e logistica, quali le sue considerazioni?
«Mettiamoci attorno ad un tavolo, le parti produttive devono essere sedute accanto al governo per disegnare un percorso comune. L’analisi dei fabbisogni si fa nel confronto con chi opera nel contesto produttivo, siamo tutti disponibili perché ognuno di noi è portatore di interessi specifici. Fare sistema è questo, mettere a confronto le singole istanze, fuzionali a un sistema».

Quanto è importante che il settore sia compatto? Anche da Confitarma e Assarmatori è emersa uniformità sugli aspetti veramente importanti.
«Questo lo stiamo dicendo da tempo. Anche se non utilizziamo i canali istituzionali, come la conferenza dei presidenti, usiamo l’informalità dei gruppi di lavoro. L’esperimento che D’Agostino sta facendo in Uirnet potrebbe essere un modello da adottare sui tavoli specifici: semplificazione, uniformità delle regole. Sono tanti i temi che ci accomunano. La relazione tra gli attori è fatta da semplificazione normativa, capacità di dialogo, trasmissione dei dati in modo fluente e capacità di essere attrattivi. Non si parla di porti franchi o zone franche intercluse? Se vogliamo che la portualità sia attrattiva ci devono essere, alle spalle, delle condizioni fiscali e di decontribuzione del lavoro, attrattive per le imprese. Per esempio lo strumento delle Zone Franche è uno di quelli, cioè rendere attualizzabile il processo che ha portato alle Zes, ma con semplificazione, depurandolo dalla eccessiva partecipazione degli enti locali. Sistema produttivo e sistema pubblico in dialogo costante, individuando gli attori veri, che sono portatori di interessi economici e che possono creare lavoro e ricchezza».

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