Deposito Gnl Small Scale Messina, Mega: “Nel futuro dello Stretto solo navi sostenibili”

Gnl Messina

Il porto di Messina, tra i più inquinati d’Italia, si candida a diventare area ad alta sostenibilità ambientale – L’AdSP ha presentato il progetto Small Scale Messina – deposito costiero di Gnl e in futuro di bioGnl.

Lucia Nappi

MESSINA – “Sostenere la transizione energetica, spingere affinché l’area dello Stretto nei prossimi anni venga solcata solo da navi che non abbiano un impatto ambientale”.
Sono questi gli obiettivi con cui il presidente dell’Autorità di Sistema dei Porti dello Stretto, Mario Mega, ha presentato il progetto per la realizzazione del deposito costiero di Gnl “Small Scale Messina” che sarà realizzato in località San Filippo (provincia di Messina). Impianto che in futuro, potrà anche utilizzare il bioGnl.

Alla presentazione avvenuta tramite diretta Facebook erano inoltre presenti: Leonardo Santoro – commissario Comune di Messina, Martina Nardi – presidente Commissione X “Attività produttive, commercio e turismo” della Camera dei Deputati, Stefano Nichele –Struttura Tecnica di Missione MIMS, Matteo Tirindelli e Giovanni Uguccioni – RINA Consulting S.p.A..

Con in mano lo studio di fattibilità, realizzato da RINA Consulting SpA, l’AdSP a fine marzo ha pubblicato il bando per le manifestazioni d’interesse per l’individuazione del soggetto privato che si farà carico della progettazione esecutiva, della realizzazione dell’impianto e della gestione. Attraverso un project financing pubblico – privato per un ammontare di oltre 90 milioni di euro, di cui un terzo di finanziamento pubblico.

Il deposito rifornirà le navi in transito e in sosta nei porti dello Stretto e gli scali vicini, ma sarà anche a servizio del traffico dei mezzi pesanti di terra, per la rete autostradale della Sicilia che per il momento è l’unica regione italiana ad esserne sprovvista di infrastrutture di questo genere.

Il progetto, già anticipato da Corriere marittimo, è finanziato dal MIMS nell’ambito del Fondo Complementare, in una apposita misura destinata all’area dello Stretto di Messina, intervento nel quale è previsto, anche, il finanziamento di un progetto di cold ironing per l’elettrificare delle banchine portuali, entrambe misure a favore della sostenibilità ambientale in questa area.

“Secondo una ricerca condotta alcuni anni fa, il porto di Messina sembrerebbe essere uno degli scali più inquinati d’Italia proprio per la tipologia di traffico che lo caratterizza” – specifica nella presentazione il presidente Mega – “Con 2000 accosti nave annui, Messina ha un intenso traffico di traghetti che comporta numeri ripetute di corse – nell’arco della stessa giornata – navi che nelle operazioni di ormeggio e disormeggio creano un impatto forte in atmosfera”.

Da qui la necessità di avviare un percorso di decarbonizzazione “per tutelare l’area dello Stretto e i suoi territori” – anche – “assecondando le politiche di transizione ecologica degli armatori che stanno puntando sul Gnl e l’energia elettrica per l’alimentazione delle navi” –  non solo per il traffico dei traghetti ma anche delle navi da carico e da crociera.

Le due azioni facevano già parte di “Stretto green”, il progetto che l’Autorità di Sistema aveva presentato al Ministero ancora prima che nascesse l’esigenza del PNRR” -precisa il presidente dell’AdSP – “per favorire la transizione energetica, mettendo a disposizione dei vettori un deposito costiero di Gnl che consentisse rifornimenti con costi più vantaggiosi rispetto all’utilizzo di cisterne refrigerate che arrivano principalmente via nave. In questo caso i costi di trasferimento sono più alti e ne limitano anche il suo utilizzo. Azione poi finanziata con il Fondo complementare”

Lo studio di fattibilità:

Per gli interventi di cold ironing, le analisi di carattere economico, effettuate da Rina Consulting hanno messo a fuoco “l’attuale impossibilità di individuare condizioni vantaggiose per il mercato, per cui un operatore possa essere interessato ad investire per l’elettrificazione delle banchine perché ancora non è chiaro il quadro nazionale” – specificando poi – ” si troveranno presto delle forme chiare di una tariffa di vendita che possano rendere vantaggiosa la gestione degli impianti di cold ironing”

Per il deposito di Gnl” – “ci sono le condizioni sia economiche che assumono anche importanza strategica a livello geopolitico, perché sorga con fondi privati, anche se non sarà un rigassificatore ma semplicemente un deposito per successivo trasferimento del Gnl per impiego nei trasporti stradali e marittimi.

Per la collocazione dell’impianto è stata individuata l’area di San Filippo, tra i porti di Messina e Tremestieri, un’area ZES caratterizzata da una prospettiva di sviluppo imprenditoriale e occupazionale.

DEPOSITO SMALL SCALE MESSINA
Il deposito sarà composto da 10 serbatoi da 1.000 m³ di capacità di stoccaggio ciascuno, sarà rifornito attraverso una nave gasiera da 10.000 m³, la stima è di circa 42 arrivi annui (con una media di un arrivo nave uno ogni 8/9 giorni) per un totale di 375.000 m³ .

Per l’attività di rifornimento di terra tramite autobotti per i mezzi pesanti si stima che il deposito possa movimentare 250 mila m³ di Gnl annui, quindi 16 autobotti al giorno al massimo (800 m³ al giorno). L’impianto potrà permettere più di 460.000 rifornimenti di camion/auto all’anno.

Per i rifornimenti delle bettoline, invece, la stima è del 50% dei volumi rispetto alle autobotti, ovvero circa 125.000 m³ all’anno (2.400 alla settimana) Per un numero annuo di 42 bettoline,
Considerando il volume utile di un serbatoio di Gnl per nave medio è di 500 m³ dunque, l’impianto potrà permettere il rifornimento di più di 250 navi all’anno.
L’approvvigionamento di Gnl al deposito all’anno (per un totale di 375.000 m³) avverrà attraverso una nave gasiera da 10.000 m³ , ovvero circa 42 arrivi ogni 12 mesi (uno ogni 8/9 giorni).

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