Da Livorno la “Spedizione Thornton”, tentativo coloniale di Ferdinando I /Propeller Club

Carta marittima

LIVORNO – L’unico tentativo italiano di colonizzazione delle Americhe fu la “Spedizione Thornton” (dal nome del capitano che la guidava Robert Thornton) che partì dal porto di Livorno l’8 settembre 1608. A finanziare questa impresa fu il governatore Ferdinando I de’ Medici, terzo Granduca di Toscana, dal 1587 alla morte (avvenuta nel 1609) alla guida del Granducato. “Da Livorno alla Guyana, storia di una colonia mancata” è il titolo dell’appassionata ricostruzione storico-politico fatta dallo storico e giornalista Piero Giorgetti, durante l’incontro promossoo dall’International Propeller Club Port of Leghorn, Giani Giorgettipresso lo Yacht Club del porto di Livorno.

Una spedizione dall’esito positivo, come spiegato da Giorgetti, che tuttavia non si concluse con la fondazione della colonia in territorio americano, perchè al rientro delle navi il Granduca Ferdinando I era ormai deceduto ed il suo successore, Cosimo II, non condivideva con il predecessore, l’interesse politico e commerciale per la colonizzazione. Visione politica e commerciale probabilmente in anticipo rispetto tempi.

Ma partiamo dall’inizio. La spedizione – Ferdinando I mise a disposizione del Capitano Thornton due galeoni, il più grande di questi era il quattro alberi, Santa Lucia Buona Ventura. Le navi nel loro insieme avevano un equipaggio di circa 200 persone, una ciurma composta non da marinai veri e propri, ma da persone dalla provernienza eterogenea. Le navi, pertanto, una volta partite da Livorno costeggiarono Marsiglia, poi più a sud le isole Baleari, ed infine attraversarono lo Stretto di Gibilterra facendo sosta a Capo Verde. Da dove ebbe inizio la vera navigazione in mare aperto, fino a quando molti giorni successivi, le navi di Ferdinando I raggiunsero le Americhe, Tobago e poi la costa dell’attuale Guyana francese.

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L’obiettivo del Granduca con la colonizzazione era quello di creare sia un baluardo nella lotta contro la pirateria (saracena, spagnola e inglese) ma anche lo studio cartografico dei nuovi territori. La spedizione disponeva di un’ampia documentazione cartografica perchè, proprio a Livorno aveva sede la cosiddetta scuola cartografica livornese, che produsse mappe nautiche ed atlanti marittimi molto importanti per il tempo. Personaggio di spicco per la spedizione fu l’inglese Robert Dudley, conte di Warwick e che si trovava in quegli anni proprio a Livorno. Dudley realizzò il primo Atlante marittimo della storia, producendo per primo in Italia mappe nautiche a proiezione mercatoriana.
Molti mesi dopo quando il “Santa Lucia” fece ritorno a Livorno aveva a bordo molte informazioni e materiale da studiare: metalli sconosciuti, una ventina di aborigeni ed alcuni pappagalli tropicali. La nave a questo punto sarebbe stata pronta per salpare nuovamente e portare nuovi coloni nell’area perlustrata dalla spedizione, in Guyana. Ma questo non avvenne e la spedizione non ebbe seguito perchè, come detto, Ferdinado I era morto da alcuni mesi.

Come cittadina toscanaha commentato la presidente del Club Maria Gloria Giani Pollastrinimi rendo conto che sempre più la Toscana non è solo una Regione d’Italia ma è un vero e proprio brand conosciuto come un qualcosa di quasi a sé stante. Quindi ho accolto con piacere ed estrema curiosità la proposta del dott. Giorgetti di rappresentarci un qualcosa che, seppur non realizzato, dimostra come già dal 1600 la Toscana era “un altro mondo”.

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