Confindustria- Ricci: Gli interrogativi sulla riforma portuale

LIVORNO–  “Le solite controversie della politica impediscono di chiudere un’istruttoria aperta da mesi e che ritarda investimenti e quindi occupazione. Chiederemo che l’operatività della progettata Darsena Europa, dell’ampliato porto di Piombino e gli investimenti previsti per il porto di Carrara siano richiamati nel programma regionale di sviluppo 2016 – 20120, nonostante lo scorporo del porto di Marina di Carrara“. 

Così si è espresso, Alberto Ricci, presidente di Confindustria Livorno-Massa Carrara in occasione della Convention tenutasi al teatro Goldoni di Livorno e organizzata dalla associazione stessa e dal titolo  “Porti, 25 anni fa la rivoluzione“. FOTO GALLERY

Perché 25 anni sono passati dalla storica sentenza della Corte di giustizia della Siderurgica Gabrielli che portò alla cancellazione del monopolio dei lavoratori portuali, l’apertura agli investitori e ai gestori privati di moli, banchine e terminal e che determinò un recupero di competitività senza precedenti nella storia dei porti italiani.

Il sistema portuale si trova oggi ad affrontare e a interrogarsi su una nuova riforma, certo meno traumatica e meno radicale di quella culminata nella legge 84 del 1994 e di cui ha dato testimonianza uno dei grandi protagonisti di allora, Roberto D’Alessandro, storico presidente del porto degli anni novanta.

E da Livorno, città in prima linea 25 anni fa, per la prima volta dopo mesi di consenso corale, vengono sollevati i primi interrogativi sulle modalità e le scelte della riforma e di qui anche un’attenzione particolare sui porti.  Nell’interrogarsi sulle motivazioni “non note” dell’accorpamento di Marina di Carrara con La Spezia, il presidente di Confindustria ha posto l’accento sugli effetti negativi derivanti dallo smembramento del sistema portuale toscano e del sistema economico che gravita sui porti. Per altro Ricci ha lanciato anche l’idea di una “holding di territorio” per il coordinamento dei grandi progetti.

È sul tema della riforma portuale che hanno focalizzato l’attenzione i partecipanti alla tavola rotonda, facendo emergere alcuni dati importanti. Nereo Marcucci, presidente di Confetra, pur elogiando il meccanismo decisionale centrale sulle scelte di investimento infrastrutturale si è interrogato sui perché dei ritardi nella nomina dei “drivers” ovvero i presidenti che dovranno guidare le nuove autorità di sistema.

Marco Conforti, presidente di Assiterminal, ha a sua volta puntato l’attenzione sulle distonie nei tempi fra il quadro istituzionale e necessità dei privati che – ha sottolineato – stanno investendo più di un miliardo di euro nei porti, ma che nel solo porto di Genova vedono bloccati da burocrazia e problemi amministrativi ben 347 milioni.

Il presidente di Fedespedi Roberto Alberti ha sottolineato le difficoltà reali di coordinamento della catena logistica.

Infine il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, ha posto l’accento sul ruolo chiave che dovrebbe essere svolto dai manager pubblici in un sistema burocratico che spesso scoraggia il “fare” e penalizza chi si assume responsabilità.

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