Krynica-Zdrój, Polonia – “Le opportunità innegabili che si sono create grazie alla Belt and Road Initiative sono sotto gli occhi di tutti: in un momento di riflusso, in alcune parti del mondo, rispetto a globalizzazione e interconnettività, l’ambiziosa azione cinese riporta al centro del palco l’Eurasia e le rotte che giungono nel Mar Mediterraneo e ciò apre nuove prospettive di crescita per i Paesi e per le economie dell’area; questo però non significa che BRI non presenti anche vaste aree “d’ombra” che solo ora cominciano ad emergere con chiarezza”. Con queste parole il presidente del Autorità di Sistema dell’Adriatico Settentrionale, Pino Musolino è intervenuto sulla strategia BRI a Krynica in Poloniaal durante il 28° Economic Forum 2018 dove si sono riuniti i paesi dell’Europa centro-orientale.
L’intervento del porto di Venezia è avvenuto in seno alla conferenza,”Cooperation along the New Silk Road: political risks and economic opportunities”, moderato da Sergey Afontsev, esponente dell’Accademia delle Scienze russa, e raccoglie a dibattito ricercatori di Armenia, Kazakistan, Emirati Arabi Uniti e Italia, che affrontava il tema delle minacce-opportunità del piano cinese della BRI, considerato da alcuni un driver di sviluppo per traffici e investimenti, mentre da altri visto come rischio politico, tenuto conto delle diverse posizioni in merito di altre grandi potenze mondiali, come gli USA.
Riguardo alle opportunità per l’Italia e in particolare per lo sviluppo della sua logistica per via marittima e gli scambi con l’export, Musolino, ha evidenziato che:“Le minacce della BRI vanno via via delineandosi, come ad esempio la politica dei prestiti per infrastrutture che per alcuni Paesi si potrebbe tradurre in una “trappola del debito”, “la chiara intenzione cinese di espandere la propria area di influenza ben oltre l’Indo-Pacifico, il crescere di tensioni geopolitiche che potrebbero portare a reazioni da “trappola di Tucidide” da parte della potenza americana, di cui la guerra dei dazi in atto potrebbe essere il prologo”.
“Se non consideriamo dunque anche queste “ombre” – ha continuato il presidente del porto di Venezia – “tutti questi elementi potrebbero, nel medio periodo, portare a risultati opposti a quelli perseguiti, cioè maggiori conflitti, minori traffici, protezionismo”.
Per Venezia dunque l’atteggiamento da tenere è di estrema attenzione e pianificazione accurata di tutti gli step che portano al coinvolgimento italiano nel progetto cinese.
“In termini pratici” – ha chiarito Musolino – “per l’Europa e l’Italia questo significa perseguire accordi che mirino alla piena reciprocità per quanto riguarda gli Investimenti Diretti Esteri, la possibilità per le imprese italiane ed europee di avere parità di accesso ai mercati cinesi, una oculata e attenta pianificazione delle infrastrutture da realizzare, per evitare la realizzazione di opere che non si potranno sostenere economicamente e finanziariamente” – ha quindi concluso – “BRI deve essere effettivamente quel ponte tra il Regno di Mezzo e il resto del mondo, ma si deve sviluppare ora con serietà e attenzione, evitando facili quanto pericolosi superficiali entusiasmi”.
L’Economic Forum si riunisce una volta l’anno per affrontare le maggiori questioni geo-politiche, tre giorni di dibattiti e confronti e conferenze con la presenza di 4 mila persone tra politici, economisti, sociologi e rappresentanti dei media provenienti da 60 Paesi di tutto il mondo. L’obiettivo del Forum è di proporre stimoli e strumenti volti a favorire le relazioni tra Paesi UE e Paesi vicini e affrontare le sfide che possono condizionare lo sviluppo dell’intera macro-area, grazie alle “ricette” risultanti dal confronto tra esperti a livello mondiale.