GENOVA- Un botta e risposta via Facebook, ieri pomeriggio, tra il ministro Danilo Toninelli e il governatore ligure Giovanni Toti. Il tema: il “decreto Genova” che, arrivato alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ha creato grandi preoccupazioni tra genovesi (e non solo loro) dai semplici cittadini, agli operatori delle diverse categorie economiche, gli operatori del porto, spedizionieri, agenti marittimi, e soprattutto la categoria dell’autotrasporto che dal decreto appare molto penalizzata.
Toti da Facebook intravede dietro il decreto lo spettro di ritardi, lunghezze burocratiche, mancanza dei fondi necessari alla realizzazione del ponte crollato e delle due infrastrutture necessarie: Gronda di Ponente e Terzo Valico ferroviario. Con il pericolo che la città, il porto, l’economia della regione e quella nazionale ne subiscano gravi contraccolpi.
“Caro Ministro Toninelli,” – scrive Giovanni Toti– “se come scrive su Facebook vuole davvero ridare dignità ai genovesi, cominciamo evitando di proporre ponti dove giocare a bocce e fare grigliate.
Secondo, diciamo la verità: il Decreto non mette per nulla al sicuro da ricorsi e lentezze burocratiche. Anzi, proprio per come è scritto li temiamo tantissimo. Terzo, è la prima volta nella storia che invece di far riparare il danno a chi lo ha fatto, si prevedono addirittura 300 milioni dei contribuenti per anticipare i soldi necessari.
Quarto: troviamo soldi veri per il Porto, si parlava di 100 milioni all’anno, ne sono previsti 15. Troviamo i soldi per l’autotrasporto, previsti solo per gli ultimi tre mesi di quest’anno. Troviamo i soldi per le imprese e per gli sfollati.
Infine, perché il Decreto non contiene i fondi per il Terzo Valico ferroviario? Anzi, perché sono bloccati anche i fondi già stanziati? I liguri si sono espressi e vogliono quell’opera, così come la vogliono tutte le imprese del nord-ovest. Caro Ministro come si permette di metterla in discussione? E, se posso ancora una domanda: chi pagherà la Gronda di Ponente? Quel cantiere, dopo anni, avrebbe dovuto partire nei primi tre mesi del 2019, quindi tra 120 giorni da oggi. Stiamo aspettando il suo impegno affinché i tempi vengano rispettati.
Dignità fa rima con verità. Genova e la Liguria vogliono ascoltare impegni veri.“