RFI investe sulla stazione di Trieste Campo Marzio

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TRIESTE – RFI ha avviato il riassetto del piano regolatore della stazione di Trieste Campo Marzio. Un investimento complessivo di 112 milioni di euro che prevede: un nuovo fascio di binari, di cui uno verso il porto, sulle aste “Parenzane”, il collegamento alla nuova piattaforma logistica e l’aumento della potenzialità dell’infrastruttura retroportuale. 

Un investimento di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) nella strategia  del Gruppo FS che prevede la crescita del traffico intermodale del porto di Trieste. Scalo dalla forte vocazione intermodale, inserito nella rete TEN-T Mediterraneo e Baltico-Adriatico, che collega l’Austria e la Slovenia alle principali città del Nord Adriatico e all’Est Europa.

Un progetto in coerenza con gli obiettivi dell’ONU, AGENDA 2030, e i programmi della Commissione Europea “Green New Deal” e “Next Generation EU” sul tema della sostenibilità. E di cui il trasferimento dei traffici da gomma alla ferrovia sono espressione.

L’obiettivo di RFI – è rendere il trasporto merci via ferrovia sempre più competitivo, favorendo le attività degli operatori della logistica che si avvalgono del treno. In questo senso assume particolare significato l’inizio delle attività a Campo Marzio.

La stazione al termine dei lavori, che comprenderanno anche il modulo merci da 750 metri, continuerà a essere, stanti le attuali stime di crescita, il primo scalo merci italiano per numero di treni.

La creazione di un secondo binario per il Porto sulle aste “Parenzane”, collocate tra la Riva Traiana e il Museo Ferroviario, consente da subito lo snellimento delle manovre in ingresso e uscita dai moli, riducendone tempi e costi, a tutto vantaggio degli operatori.

L’attenzione verso gli operatori del Porto è comprovata dall’attivazione del raccordo ferroviario della Nuova Piattaforma Logistica. Riprendendo infatti la linea storica che portava a Servola e attraversando lo Scalo Legnami, con un investimento di un milione e mezzo di euro, si è concretizzato un moderno sistema di terminalizzazione che, con l’elettrificazione dei binari, sarà anche un riferimento per i futuri raccordi ferroviari allacciati all’infrastruttura nazionale.

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