Il sistema Confindustriale Toscano interviene sulla proroga del lockdown: «Al primo posto la sicurezza dei lavoratori» ma le produzioni devono ripartire come settori strategici -La manifattura toscana è a rischio depressione.
FIRENZE – Ieri in aula al Senato, il ministro della Salute Roberto Speranza facendo il punto sulla situazione sull’emergenza sanitaria in cui ancora si trova il Paese ha confermato che la quarantena proseguirà oltre il 3 aprile, fino a dopo Pasqua. «Gli italiani hanno dato una grandissima prova di maturità. Gli esperti dicono che siamo sulla strada giusta, e che le misure drastiche adottate iniziano a dare risultati» – ha detto Speranza- «Ma sarebbe un errore imperdonabile scambiare questo primo risultato per una sconfitta definitiva del covid, è una battaglia lunga, e non dobbiamo abbassare la guardia». Una ripresa, pertanto, «prudente e graduale» secondo le parole del ministro della salute che poi ha dato l’annuncio ufficiale: «I dati migliorano ma sarebbe un errore cadere in facili ottimismi. L’allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali».
Le reazioni di Confindustria sistema toscano
Forte preoccupazione espressa dal sistema confindustriale toscano il “fermo imprese” oltre la data del 3 aprile rimandando ulteriormente la riapertura delle aziende, «indebolirà ulteriormente la tenuta del sistema economico regionale, già messa a dura prova dalla crisi e che, si stima, perda 1,2 mld€ al mese di valore aggiunto». Queste le dichiarazioni congiunte dei presidenti di: Confindustria Toscana, Confindustria Firenze, Confindustria Livorno Massa Carrara, Confindustria Toscana Nord, Confindustria Toscana Sud, Unione Industriale Pisana.
La richiesta, ripartenza subito
La Toscana ha un sistema di imprese e di filiere fortemente integrate – viene spiegato dal fronte confindustriale toscano- dove il blocco ha già comportato un fermo delle attività industriali che, in numerosi territori ha toccato punte del 90%, con un forte impatto sulla situazione delle aziende e sulla possibilità di ripresa.
Da qui la richiesta di una ripartenza «in tempi rapidi» mettendo certamente al primo posto la sicurezza dei lavoratori, ma rimodulando la definizione di settore strategico, perchè il sistema produttivo toscano, già in stato di recessione, non giunga ad una depressione che comporterebbe costi sociali altissimi e la perdita irreversibile di settori-chiave della nostra economia.
Linee-guida su tutela dei lavoratori
Il sistema confindustriale toscano a garanzia della massima tutela dei lavoratori che operano nelle imprese attive, annuncia, pertanto, la sottoscrizione di linee-guida regionali. E le aziende toscane si sono dimostrate all’avanguardia nella sicurezza e tutela della salute dei lavorati.
Manifattura toscana sotto scacco
«Il lockdown che ha messo sotto scacco la manifattura toscana – spiega la nota di Confindustria – sta creando situazioni di forte difficoltà per molte aziende che rischiano di perdere quelle posizioni di mercato faticosamente conquistate negli anni, in contesti estremamente competitivi. Già adesso molte imprese hanno un calo delle commesse dovuto all’impossibilità di produrre e consegnare; più questa situazione si protrarrà nel tempo, più questo si accentuerà, aumentando le difficoltà di una ripartenza. Inoltre, anche le imprese che ad oggi continuano ad operare, incontrano notevoli difficoltà di approvvigionamento, dovendo agire in contesto produttivo che conta oltre il 70% delle aziende chiuse.
Purtroppo, come ha detto anche il presidente Boccia, non è possibile far ripartire il sistema economico con un decreto».