GENOVA- Una vera emergenza umanitaria quella dell'afflusso dei migranti principalmente nello Stretto di Sicilia che continuano ad essere tema di grande attualità anche oggi a fronte dell’incremento degli sbarchi.
Le tematiche dell'immigrazione, rispetto delle convenzioni internazionali, richiamo a quella convenzione Solas che dovrebbe garantire i più alti livelli di salvaguardia della vita umana in mare, obbligatorietà del soccorso e di trasporto in un “porto sicuro” sono state al centro del convegno organizzato dalla Capitaneria di porto di Genova e del Gruppo giovani di Federagenti.
Durante il convegno l’Ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Capitaneria di porto di Genova, direttore marittimo della Liguria, che per due anni ha guidato le operazioni di soccorso al largo del Canale di Sicilia, ha tracciato, il bilancio, drammatico, dell’azione svolta quotidianamente dal Corpo delle Capitanerie nell’opera di salvataggio e recupero in mare dei migranti.
Il convegno è stata anche l'occasione per sottolineare come proprio l’adesione dell’Italia alla Convenzione Solas sulla tutela della vita umana in mare e alla Convenzione di Montego Bay, rendano complessa e di difficile attuazione ogni ipotesi di progressivo “affrancamento” italiano dalle operazioni di salvataggio e anche di blocco dei porti italiani.
“Nel 2014 in assenza di altre navi," spiega Pettorino (VIDEO) "prima c'era stata l'operazione Mare nostrum che aveva dato un grande supporto, al termine di questa missione, siamo stati costretti ad impegnare in maniera massiccia i mercantili. In quell'anno il Centro nazionale di soccorso di Roma ha dirottato 900 mercantili, in soccorso a questi barconi in procinto di affondare. Questi 900 navi mercantili hanno preso a bordo più di 40 mila persone. Un numero enorme, un impegno impressionante per questa gente che navigava per lavoro e per raggiungere i porti dove caricare o depositare le merci.
"E' stato un momento particolare sono intervenute anche le unità delle Organizzazioni non governative, di cui in questi ultimi mesi molto si è detto, e che hanno alleviato i mercantili. L'anno scorso i mercantili hanno soccorso 10 mila persone, un quarto rispetto a quelle del 2014, ma l'impegno dei mercantili è sempre molto forte. Credo che molte rotte sono state, in parte, modificate in consegueza di questa tragedia, di questo esodo epocale che sta interessando le acque che ci separano dal nord Africa”.
Di fatto l’Italia, vigila non solo sulle acque territoriali, ma anche su quelle dei paesi costieri dell’Africa che hanno un ruolo passivo, o complice, nel fenomeno dell’emigrazione clandestina verso l’Europa. Pertanto secondo I dati, forniti dalla Capitaneria di porto, il nostro paese si trova a intervenire su un’area complessiva di oltre 1 milione e 100 mila Km quadrati di mare, pari a più della metà dell’estensione del mare Mediterraneo. E la previsione per quest’anno è di un flusso complessivo di migranti che sbarcheranno in Italia superiore alle 200.000 unità.
Inoltre come ha ricordato Simone Carlini, presidente del Gruppo giovani di Federagenti, solo nel primo quadrimestre di quest’anno sono stati 35 mila i migranti che hanno raggiunto le coste italiane, con una stima di almeno mille persone che non ce l’hanno fatta e che sono rimaste vittime di naufragi.