I porti alla conquista dello sviluppo “green” – Intervista a Spirito

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Parla Pietro Spirito presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale (VIDEO)
 
GENOVA – I porti sono un pezzo della strategia di cambiamento del nostro modo di vivere la città, l’economia e la società”. Queste le parole di Pietro Spirito, presidente dei porti campani (Napoli, Salerno, Castellammare di Stabia) spiegando quale sia la nuova direzione “Green” da seguire per lo sviluppo, attuale e futuro, dei porti italiani. Obiettivi a medio e breve termine che si traducono nella qualità dei servizi di cui rendere conto alle città ed ai loro abitanti.
 
Su questo tema Spirito è intervenuto durante il GREEN SHIPPING SUMMIT, il seminario dedicato alle innovazioni tecnologiche e ai nuovi carburanti per l’efficienza energetica e ambientale del trasporto marittimo, svoltosi nell’ambito della settimana dello shipping genovese. A margine dell’iniziativa rivolgiamo alcune domande al presidente Spirito per approfondire l’argomento.
  
  Cosa significa Green Port?
Parlare di Green port significa che dobbiamo lavorare per un’economia sostenibile dal punto di vista dell’ambiente. Questo concetto si basa su 3 pilastri:
  • L’intermodalità: far in modo che il sistema dei trasporti che ruota attorno ai porti usi i mezzi di trasporto ambientalmente più compatibili;
  • Restituire un rapporto di stretta collaborazione e di ponte tra la città e il porto che è la cerniera verso il mare e quindi risanare il waterfront come Genova ha fatto con il porto antico. Far vivere ai cittadini il pezzo di porto che dialoga con la città;
  • L’energia: I porti sono luoghi nei quali arriva l’energia che viene distribuita ai cittadini e sostituire le fonti tradizionali come il petrolio, con altre forme di energia GNL, gas liquefatto, per cui bisogna costruire dei depositi per lo stoccaggio che ci consenta di aprirci a queste nuove forme di energia compatibile”.
 Quali sono gli obiettivi che si pone la strategia green dei porti?
I porti sono finestre verso il mondo attraverso le quali scambiamo merci e turismo con il resto del mondo. Devono quindi tornare ad essere laboratori di una economia attenta alle compatibilità dello sviluppo sostenibile. Dobbiamo lavorare su questi tre fronti con la consapevolezza che sono progetti di medio termine sui quali dobbiamo però dare anche dei risultati tangibili ai cittadini, su obiettivi di breve termine, di miglioramento della qualità dei servizi. Questa è la direzione di marcia che dobbiamo darci e su questa c’è la consapevolezza che la qualità del nostro sviluppo dovrà essere diversa”.
 
Lucia  Nappi
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