In programma giovedì 23 aprile l’incontro tra i 27 Stati dell’Unione Europea, «una data cruciale da segnare sul diario della nostra storia» suggerisce Giorgio Bucchioni, presidente agenti marittimoi spezzini – L’Europa al bivio per scongiurare la crisi.
La Spezia – L’approvazione del pacchetto di strumenti con cui evitare il collasso dell’ Eurozona è l’obiettivo dell’incontro in videoconferenza, il 23 aprile, tra i rappresentanti dei 27 Stati dell’Unione Europea. «Una data cruciale da segnare sul diario della nostra storia»- «per il futuro di tutti noi, tenuto conto che il ritardo delle decisioni continua a creare incertezze e gravissimi danni»- Con queste parole il presidente degli Agenti e raccomandatari marittimi di La Spezia, Giorgio Bucchioni, affronta una riflessione, mettendo nero su bianco, gli interventi della politica degli ultimi due mesi: l’impatto dell’emergenza sul nostro sistema sanitario, il rapporto con l’Unione Europea, il conflitto tra Regioni-Stato, mentre il mondo economico delle imprese e degli operatori di Porto e Logistica continuano ad adempiere alla loro funzione strategiche per il Paese.
«Abbiamo vissuto tempi in cui il timore per il futuro era rappresentato dall’orso sovietico e non pochi italiani sostenevano “better red that dead” che era in linea con il precedente “Francia o Spagna purché se magna» – scrive il presidente degli agenti marittimi spezzini – «E’ questo il meccanismo psicologico che ci rende acquiescenti alla sottrazione di libertà che stiamo subendo nella speranza che serva a ridarci la normalità in tempi non troppo dilatati? Credo piuttosto che la stragrande maggioranza degli italiani si sia affidata a chi riveste i ruoli istituzionali competenti ad affrontare la pandemia fidando nella capacità degli stessi di adottare i provvedimenti giusti. Purtroppo non ci vengono offerte molte ragioni per avere fiducia. Si parte da un ottimismo di maniera affermando che abbiamo il miglior sistema sanitario possibile che siamo preparati ad affrontare il virus, ed in pochi giorni scopriamo che non ci sono le mascherine, i guanti, gli occhiali, i camici monouso, neppure per gli operatori sanitari. Senza parlare dei posti per la terapia intensiva. Dopo Caporetto vennero richiamati i ragazzi del ’99 ed oggi gli studenti in medicina e i medici in pensione.
Nel contempo si dà spettacolo con criticabili contrapposizioni con l’Unione Europea senza il cui sostegno vorrei sapere come si intenderebbe finanziare il nuovo ed il vecchio debito pubblico: forse con un prestito forzoso a carico dei cittadini? Oppure e più facilmente con una nuova tassa patrimoniale?
Altrettanto criticabili i conflitti tra regioni e governo centrale che inducono nei cittadini legittime perplessità sulle capacità e competenze istituzionali che vengono espresse. Possiamo sperare che dal presente disastro si metta n moto una revisione istituzionale che dia certezze?
Nel frattempo muoiono oltre 120 medici, un numero imprecisato di infermieri e personale sanitario, oltre 120 mila persone ed i contagi si sviluppano negli ospedali e nei ricoveri per anziani.
Ogni morte è un dramma umano e tragiche oggi sono le circostanze che non consentono l’umano conforto dei propri cari sul letto di morte e il consolatorio rito funebre. Può sembrare mancanza di umanità ma la saggezza dei popoli dice che “chi muore giace e chi vive si dà pace”. Ma sarà difficile anche darsi pace perché fosche sono le previsioni che riguardano il sistema economico e quindi le imprese, il lavoro, il benessere della gente.
Le proiezioni che riguardano il PIL del 2020 variano dal -6 al -15 mentre l’aumento del debito pubblico e del deficit del bilancio statale saranno imponenti.» – Conclude pertanto Bucchioni – «Certo è che tutti gli stati ritengono di dover dare liquidità ai sistemi economici in misura mai vista prima e per noi è indispensabile avere il supporto di UE, BEI, BCE, e anche del MES oltreché mantenere la fiducia dei cittadini che finanziano in parte l’enorme debito già agli atti e ai quali occorrerà rivolgersi anche per il futuro. Ideologica l’opposizione al MES se si considera l’ammontare (circa 35 miliardi di€) rispetto alle dimensione del debito (oltre 2.400 miliardi di €). Imprevedibile è anche l’effetto che avrà sui conti pubblici il cumulo di garanzie statali sui prestiti e i vari provvedimenti di sostegno alle famiglie»