VENEZIA – L’intervento di ieri del vice premier, Matteo Salvini, a Venezia sul tema del passaggio delle Grandi Navi in laguna, ha sottolineato la volontà da parte del governo di affrontare la questione: “Le forze che stanno operando al governo sapranno dialogare e trovare un accordo” – aveva dichiarato Salvini sull’argomento- “Certo che non si può far passare una grande nave davanti a San Marco ma non possiamo rinunciare alla ricchezza, al lavoro e all’indotto che il contributo di migliaia di turisti portano a Venezia“.
La dichiarazione non era pertanto in linea con quanto espresso poche ore prima dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli: “Gradualmente, si dovranno portare tutti i colossi del mare fuori dal perimetro lagunare individuato con il decreto ministeriale del 1985″. Toninelli sottolineava pertanto la necessità di “un turismo realmente sostenibile. In maniera da garantire la tutela di quello scrigno di tesori che è Venezia”.
In merito alla questione grandi Navi a Venezia, immediatamente si è sollevato il vento delle polemiche: la prima reazione, quella del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Venezia, Pino Musolino, che ha rinnovato una richiesta di incontro – “quanto prima“- con il ministro Toninelli “per comprendere chiaramente le direttive del governo italiano rispetto al futuro dell’industria crocieristica a Venezia e, di conseguenza, in tutti i porti crocieristici dell’Adriatico che dipendono dall’operatività dello scalo lagunare”. In una nota il presidente dell’Authority veneziana, chiede al MIT l’avvio di un Tavolo di Lavoro “per raccogliere eventuali correzioni tecnico-politiche alla soluzione, condivisa e realizzabile, già individuata per ribilanciare i flussi delle Grandi Navi a Venezia salvaguardando il fragile ecosistema lagunare e rispettando, nel contempo, le aziende impegnate in questo comparto, da cui dipende un notevole indotto che pesa per circa il 3% del PIL veneziano e che impiega complessivamente oltre 4000 addetti.”
Oggi nel primo pomeriggio è intervenuto sull’argomento anche Federagenti, Federazione nazionale agenti e raccomandatari marittimi, che in una nota scrive parole di plauso all’intervento di Salvini : “Positivo che il governo manifesti con forza l’intenzione di occuparsi del caso Venezia nella ricerca di una soluzione che compenetri le esigenze di tutela della città con quelle di una filiera che garantisce occupazione a oltre 4000 addetti (occupazione – come sottolineato dal ministro Salvini, che non puó essere persa) e che comunque rappresenta la chiave di volta del mercato crocieristico in tutta la portualità dell’alto Adriatico. Dalla lettura della nota del MIT e delle parole del ministro Toninelli, arrivano indicazioni che riconfermano, se necessario, che il traffico crocieristico può essere gestito nella Laguna di Venezia grazie a impatti ambientali marginali anche in termini di moto ondoso e di sicurezza della navigazione; per contro l’allarme sull’impatto turistico è, numeri alla mano, infondato: i crocieristi rappresentano, infatti, una percentuale inferiore al 5% del totale dei turisti che invadono ogni anno Venezia.
Alessandro Santi, presidente di Assoagenti Veneto (Associazione Agenti Raccomandatari e Mediatori Marittimi del Veneto) nel comunicato di Federagenti, sottolinea l’importanza di questa svolta:“L’attenzione si è spostata –afferma Santi – dall’analisi dell’impatto tecnico, ambientale e di sicurezza della navigazione alla sostenibilità turistica che, secondo il ministero, sarebbe la vera motivazione per bandire le grandi navi da crociera da Venezia, restringendo ulteriormente le modalità di accesso alla stazione marittima della città. E ciò per noi è in definitiva un segnale positivo, perché siamo in grado, dati alla mano, di rassicurare il ministero che il traffico dei crocieristi incide meno del 5% sul totale dei turisti (30 milioni di visitatori all’anno) che invadono quotidianamente la città e peraltro con capacità di spesa superiori alla media”.
Per Federagenti, è pertanto necessario mettere a punto un piano Venezia che contenga indicazioni precise sulla conservazione del traffico crocieristico in città, anche alla luce delle ultime indicazioni del ministero, che ha sgombrato il campo da falsi miti sull’impatto ambientale, sulla sicurezza e sul moto ondoso:“Venezia, è il caso di ricordarlo – ha concluso Gian Enzo Duci presidente di Federagenti – “trae la sua ragione storica di esistere dal fatto di essersi sviluppata come una città porto, come un emporio delle genti. Negare l’esistenza di questo codice genetico portuale e marittimo, significa condannare la città a un ruolo passivo di città museo”.