Blu Navy, Aldo Negri: “Il Trasporto delle merci? Non lascia più briciole in giro”

Intervista ad Aldo Negri, AD di Blu Navy, la compagnia armatoriale nata dal progetto di diversificazione del Gruppo Finsea spa la holding del gruppo della famiglia genovese Negri. “Il terminalismo oggi porta fuori Italia, pertanto come è successo a Genova Sech e TDT Livorno abbiamo lasciato ai fondi il nostro posto”. 
 
 di Lucia Nappi
PIOMBINO – “Le tratte marttime per l’isola d’Elba sono sempre state dominio di una grossa compagnia, Toremar, nel momento in cui questa è stata privatizzata c’è stato maggiore spazio. Di fatto c’era anche l’esigenza di avere un operatore indipendente che si prendesse cura del territorio, questo è quello che dicevano gli elbani.  E’ nata quindi Blu Navy nel 2010”.
 
 A parlare di Blu Navy, è Ado Negri, amministratore delegato della Compagnia di navigazione, nata nell’ambito della diversificazione delle attività di Finsea spa, la holding della famiglia Negri di Genova, capitanata da Luigi Negri, l’imprenditore genovese che per decenni ha dominato la scena del settore portuale e terminalistico italiano. (Genova Sech, e più recentemente TDT Livorno).
Diversificazione aziendale che  vede: l’ingresso del gruppo, nel giugno scorso, anche nei cantieri navali Genova Industrie Navali (GIN) (22%) – la societá nata nel 2008 dalla fusione dei due storici cantieri: San Giorgio del porto e Mariotti. Lo sviluppo delle attività logistiche con Logtainer e la linea di abbigliamento sportivo con il brand SLAM.
Poi nel febbraio scorso, il colpo di scena con la vendita ai fondi internazionali franco-inglesi: Infravia e Infacapital, del 95% del gruppo Gip (Gruppo investimenti portuali) la società (di Negri, Schenone, Magillo e Cerruti) che controllava il 60% del terminal genovese Sech e l’80% di quello livornese TDT.
 
Incontriamo l’amministratore di Blu Navy, Aldo Negri, in plancia di comando a bordo del traghetto Acciarello,  in occasione del viaggio di apertura della stagione primaverile. 
 
Ci racconta come nasce Blu Navy?
Siamo nati da zero e al’inizio succedeva che le persone arrivavano in porto e dicevano: – Ma quella nave cosa ci fa? Inizialmente ci siamo fatti male per tanti anni, è stato un bagno di sangue, adesso non lo è più. Perché inizialmente coprivamo le tratte dell’Elba con Piombino facendo corse tutto l’anno, anche d’inverno.
Comunque l’avevamo messo in conto di perdere i soldi dell’avviamento, però alla fine è stato più pesante di quanto pensassimo. In seguito però è nata l’opportunità di interrompere i collegamenti per l’inverno, anche grazie al fatto che un altro operatore, Corsica Ferries, era venuto nell’isola solo d’estate. Questo ha permesso anche a noi di fare solo 6 mesi.
Quindi abbiamo iniziato la nostra politica di marketing e di commercializzazione del servizio.
Adesso tra l’Elba e poi con la linea in Sardegna, nata nel 2016, abbiamo trasportato mezzo milione di passeggeri. Per una compagnia come la nostra effettivamente è un grandissimo risultato.
  
Da cosa nasce la diversificazione delle attività fatta dal vostro gruppo?
Le origini del nostro gruppo sono le merci, ma quello è un settore che sta cambiando e che ormai non lascia più briciole in giro. E’ dominato da grandi gruppi: compagnie armatoriali, terminalisti, oppure i fondi internazionali. Pensare di dipendere dalle decisioni di qualcuno dall’altra parte del mondo, diventa sempre più difficile. Per questo abbiamo deciso di diversificare i settori.
Il terminalismo oggi porta fuori Italia, pertanto come è successo a Genova Sech e TDT Livorno abbiamo lasciato ai fondi il nostro posto”.
 
Da chi nasce principalmente l’operazione Blu Navy?
Giulio Schenone ha voluto questa diversificazione nel trasporto passeggeri e merci, è dell’isola d’Elba ed ha voluto esplorare questo versante.
Anche Il lavoro delle agenzie marittime è cambiato molto in questi anni. Gli accorpamenti e le fusioni delle compagnie hanno portato trasformazioni in questo lavoro, cambiamenti che hanno determinato la volontà da parte nostra di diversificarci
 
Blu Navy si rivolge maggiormente al trasporto del turismo?
Acciarello, la nave che opera sull’Elba, ha 2 ponti quindi un ampio spazio per i mezzi al seguito delle persone Soprattutto ci rivolgiamo al settore turistico, i mezzi commerciali sono un numero inferiore.
Perché essendo operativi 6 mesi l’anno, se i mezzi commerciali transitassero con noi 6 mesi l’anno e, poi con gli altri i restanti mesi, verrebbero massacrati dal punto di vista dei costi.
 
Avete in mente di espandervi anche in Sicilia?
E’ nei nostri piani futuri.
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