Rotta Artica sfide e opportunità, corridoio energetico cinese- SRM

Nave Artico

Rotta Artica sfide e opportunità è il tema del seminario digitale di Connecting UE – Circle, incontro che ha visto partner scientifico SRM (Centro Studi Gruppo Intesa Sanpaolo) e la presenza dei seguenti relatori:
Alessandro Panare, Responsabile Maritime & Energy di SRM
Mark Scheerlink, Presidente del Propeller Club di Anversa
Markku Mylly CEO di MyNavix
Tomi Solakiw Professore dell’Università di Turku.

Il seminario ha preso in analisi la Rotta Artica, potenzialità e criticità nate dall’impatto del cambiamento climatico e dei recenti accadimenti connessi al Covid-19. I traffici marittimi sulla (Nortern Sea Route – NSR) come alternattiva alla rotta del Canale di Suez e le prospettive future del corridoio marittimo, individuato dalla Cina, per il traffico energetico di Oil & Gas. 

Con l’avanzare della pandemia da Covid-19, anche in relazione al calo del prezzo del petrolio, i traffici marittimi hanno maggiormente sfruttato le potenzialità offerte dalla Rotta Artica  come alternativa rispetto a quella del Canale di Suez. In questa fase si sono delineate pertanto due opzione rispetto a Suez: la circumnavigazione dell’Africa (alternativa occasionale) e la rotta Artica (alternative potenzialmente strutturale).
Secondo quanto evidenziato da Alessandro Panaro – la NSR rientra negli interessi commerciali della Cina nell’ambito della Belt and Road Initiative, individuata come la terza via per i traffici della Silk Road Connection. L’analisi ha osservato da varie angolazioni il tema dello sviluppo della Rotta marittima Artica mostrandone potenzialità e fragilità a confronto con la rotta del Canale di Suez
– Il  20% più veloce
– il 40% più corta, sono 12,800 km contro i 21 mila di Suez.
Tra le criticità, attuali, una navigabilità limitata a 2-3 mesi annui, anche se secondo gli studi riguardanti i cambiamenti climatici in atto, nel 2050 tale rotta sarà “libera dai ghiacci” e navigabile tutto l’anno.

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La  Cina ha individuato la NSR come corridoio marittimo energetico (Oil & Gas) che vede lungo le coste artiche la presenza di gran parte delle risorse energetiche, in Russia la presenza del 70% e in Alaska (USA) il 14% del Gas Naturale –  In Norvegia il 41% e in Canada 28% di Oil.

«Lng è uno dei maggiori driver di sviluppo dei trasporto marittimo e uno dei maggiori investimenti nel settore energetico è il Yamal Lng» – l’mpianto di gas naturale liquefatto nella Penisola Jamal in Russia – ha spiegato Panaro – «I porti del Nord Europa grazie alla loro collocazione geografica sono i porti che potenzialmente beneficiano maggiormente dell’apertura della Rotta Artica» .

Per i porti del Nord Europa, come Anversa che ha condotto delle ricerche e degli studi in merito alle nuove rotta Artica, questa è considerata un’alternativa possibile.
IAPH, International Association of Ports and Harbors – associazione internazionale dei porti marittimi di tutto il mondo-  considera che su valutazioni a lungo termine la Rotta Artica potrà acquisire interesse anche come destinazione finale. L’Università di Anversa ha messo in evidenza che per le navi, portacontainer  e tanker, di piccole e medie dimensioni saranno necessarie nuove infrastrutture avanzate e servizi.

 

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