Mar Rosso, Messina: «Il calo dei traffici a breve termine non preoccupa, siamo resilienti»

Assarmatori, Messina: "Crisi in Mar Rosso e riflessi per il trasporto marittimo e l'economia italiana".
Stefano Messina
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ROMA – «Purtroppo si parla del trasporto marittimo e dell’essenzialità di questa infrastruttura soltanto in casi in cui emergano problematiche internazionali così significative». Interviene così il presidente di Assarmatori, Stefano Messina in diretta su Tgcom24 (Mediaset) per parlare di crisi nel Mar Rosso e dei suoi riflessi per il trasporto marittimo e l’economia italiana.

«Il trasporto marittimo contribuisce al 90% della movimentazione delle merci» – ha continuaro il presidente di Assarmatori – «a maggior ragione per un Paese come il nostro importatore di materie prime e semi lavorati da aree Far East e Middle East, dove il transito presso il Canale di Suez è fondamentale per approvvigionare le industrie e i consumi. Tanto quanto nell’export, sebbene i mercati principali nell’export sono l’Europa attraverso il trasporto terrestre via camion o via nave attraverso Gibilterra; gli Stati Uniti e lo stesso Far East per il quale il blocco del rallentamento dei transiti su Suez e Mar Rosso incide meno».

La deviazione delle rotte marittime verso il Capo di Buona Speranza, quale è il danno per il Paese?

«Le cause non le restringerei a un problema relativo al trasporto marittimo, il problema è mondiale. I porti hanno subito immediatamente, da fine novembre al mese di gennaio, una forte riduzione per effetto dell’allungamento delle rotte, circa 6 mila miglia in più in un viaggio base da Singapore al porto di Genova, con una velocità media a seconda della tipologia delle navi: dai 12 nodi ai 20 nodi. Questo comporta un allungamento dei viaggi dai 12 ai 16 giorni, e una variazione di costi, di impiego della nave, di consumo di combustibile che, con il prezzo del petrolio, ad oggi è uno dei costi più rilevanti. Quindi ha comportato una riduzione dei volumi, la cosa si sta già stabilizzando, non sono personalmente molto preoccupato sul breve termine  sulla riduzione dei traffici, perché continuiamo ad essere un Paese produttivo, importatore ed esportatore.

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Il nostro mondo subisce le cause di una problematica internazionale, ma siamo molto resilienti e flessibili, il trasporto marittimo si adatta velocemente a questi fenomeni come si è adattata alla crisi della pandemia da Covid, ed ha dato continuità di servizi».

Questa nuova crisi ci ha dato la possibilità di capire la centrlità dei trasporti marittimi nell’economia globale?

«Assolutamente si, ci sta dando grande visibilità sul fatto che rappresentiamo aziende che hanno altissima intensità di capitale, di professionalità, nel nostro settore qualifichiamo molto i nostri lavoratori che sono prevalentemente italiani, sebbene utilizziamo a bordo di navi anche lavoratori di diverse nazionalità. Il nostro è un settore fortemente regolamentato dove l’Italia rappresenta ancora un’eccellenza».

 

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