Dopo un’interruzione di 7 giorni dall’ultimo attacco contro le navi commerciali, gli Houthi la notte scorsa sono tornati a sferrare aggressioni con missili e droni contro due navi, la Maersk Detroit e la Maersk Chesapeake.
L’attacco è avvenuto mentre le navi erano in transito nello stretto di Bab el-Mandeb e procedevano in direzione nord. Entrambe sono state costrette ad abbandonare il convoglio di scorta e ad invertire la rotta per allontanarsi dal Mar Rosso.
Leggi: Quando tornerà sicuro il Mar Rosso? Intanto Cma Cgm annuncia nuovi supplementi container
Le navi, battenti bandiera americana, navigavano scortate della unità da guerra della Marina Militare statunitense. A bordo trasportano rifornimenti militari.
Maersk ha dichiarato: “Entrambe le navi hanno riferito di aver visto esplosioni nelle vicinanze e le navi di scorta della Marina americana hanno intercettato dei proiettili”.
Maersk ha quindi annunciato la sospensione dei transiti nel Mar Rosso da parte della filiale statunitense “fino a nuovo avviso”.
Circa 22 navi da guerra stanno pattugliando il Mar Rosso nell’ambito dell’operazione di difesa marittima Prosperity Guardian. Nel frattempo, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno condotto otto attacchi aerei nello Yemen contro obiettivi strategici di terra degli Houthi.
Secondo il governo degli Stati Uniti e quello britannico questi “attacchi di precisione” avrebbero avuto lo scopo di “interrompere l’offensiva degli Houthi nella minaccia del commercio globale e della vita dei marittimi”. Ma al momento, con la ripresa delle offensive yemenita, l’operazione USA-Uk appare fallimentare .
Tanto piú che i ribelli Houthi hanno dato giá prova di resistenza alla guerra contro l’Arabia Saudita che ha bombardato ininterrottamente il territorio dal 2014, dall’inizio della guerra civile nello Yemen.
Appare altrettanto fallimentare la politica degli Stati Uniti in campo diplomatico per l’apertura di un dialogo con la Cina affinché esercitasse la propria influenza sull’Iran.
Tuttavia, ieri, il ministro degli Ester uni cinese ha dichiarato al Financial Times britannico di essere stato “in stretta comunicazione con varie parti e di aver lavorato attivamente per alleviare la alleggerire nella regione del Mar Rosso”.
Ribadendo l’appello a porre fine ai “disturbi alle navi civili” e ha invitato “le parti interessate… a evitare di aggiungere benzina sul fuoco”.