Gli occhi del mondo sono puntati sulla nave Razoni, la bulk carrier battente bandiera della Sierra Leone, che ieri mattina è partita dal porto di Odessa, quasi a pieno carico con oltre 26 mila tonnellate di mais, primo segnale di allentamento della crisi che sta creando un’emergenza per le forniture di grano nel mondo, ma anche primo grande passo in avanti nelle relazioni russo-ucraine mediate da Turchia e ONU.
La nave oggi si trova in navigazione sempre nel Mar Nero, come mostrano le immagini satellitari di Marine Traffic, adesso è in transito al largo delle coste della Bulgaria, è diretta al Bosforo arriverà stasera nel porto di Istanbul. Qui domattina sarà ispezionata dai delegati turchi, russi, ucraini e dell’ONU. I controlli servono ad evitare il trasporto di armi.
Poi la nave ripartirà diretta al porto libanese di Tripoli. Questo primo viaggio è frutto dell’accordo del 22 luglio scorso, segnando l’inizio dello sblocco dei trasporti marittimi sul Mar Nero.
Il centro di coordinamento istituito ad Istanbul ha come obiettivo di riuscire a fare partire dopo la Razoni le successive navi, una al giorno. Il convoglio di 16 navi che sarebbero pronte da Odessa. Funzionari del governo ucraino hanno fatto sapere che al momento dell’invasione le navi attraccate nei porti del Paese erano 17, con quasi 600 mila tonnellate di carico. Oggi, a distanza di oltre cinque mesi dal blocco navale, la quantità di grano accumulato dovrebbe essere di almeno 22 milioni di tonnellate. Secondo le autorità locali, servirebbero almeno 400 partenze navi per esaurire le esportazioni di questi tonnellaggio accumulati.
“Un passo importante, ma non facciamoci illusioni” – ha commentato il presidente ucraino Zelensky la partenza della nave – “staremo a vedere se la Russia terrà fede ai patti”.
Il ministro degli esteri del Cremlino, Labvrov, è intervenuto abbassando i toni e attaccando: “le sanzioni americane ed europee stanno ancora strangolando il grano russo” – ha detto.