Il porto di Shanghai verso la normalità, crea un'”effetto ketchup” sui terminal europei e USA

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ll porto cinese di Shanghai, dopo due mesi di blocco, è tornato quasi alla normalità. Sebbene occorrerà ancora diverso tempo prima che si possa parlare di una completa risoluzione della congestione. Ma nonostante questa evoluzione positiva, la parziale riapertura di Shanghai, genererà quello che gli esperti di Windward e Sea-Intelligence definiscono un effetto ketchup che a breve ricadrà sulle infrastrutture portuali e logistiche globali ma soprattutto sui porti gateway d’Europa e del Nord America.

Effetto ketchup

L’effetto è quello di quando capovolgiamo la bottiglietta di ketchup nella speranza che esca, ma non esce niente. Allora diamo dei colpetti sul fondo della bottiglia finché, finalmente, esce ma purtroppo ne esce troppo e troppo in fretta. Questo è il principio del “ketchup effect”.

La bottiglia intasata – ovvero il porto di Shanghai – si prosciugherà e genererà congestione ovunque, perchè quando le navi che erano bloccate arriveranno nei porti di destinazione per sbarcare merci e container  – diventerà problematico. Lo spiegano gli esperti di Windward e Sea-Intelligence. In questo momento ci sono 29 portacontainer in viaggio da Shanghai verso Los Angeles e Long Beach, con una capacità complessiva di carico totale pari a poco più di 225.000 teu.

Il rapporto degli analisti di Windward e Sea-Intelligence traccia una congestione che sará più pesante in Europa e nelle infrastrutture statunitensi ancora male equipaggiate per la gestione dei grandi volumi di traffico, piuttosto che nei porti cinesi.

Riapertura a Shanghai

Sebbene a Shanghai ci sia una parziale riapertura, si intravedono elementi di non facile gestione, tra i quali il perdurare dell’inaffidabilità ancora molto alta e che si sostanzia nel mancato rispetto dei tempi di arrivo della merce nei porti e, non in ultimo, l’alta stagione appena iniziata, fattori che incideranno sui fenomeni globali di congestione logistica.

Shanghai, tempi di attesa

A fine aprile, al culmine del blocco i tempi medi di attesa nel porto di Shanghai per le navi cisterna e portarinfuse sono saliti a 66 ore. Adesso questi sono ridotti a 28 ore, solo un’ora in più rispetto ai dati dell’ultimo triennio.

I tempi medi di attesa per le navi portacontainer, dopo aver raggiunto il picco di 69 ore a fine aprile, sono ora scesi a 31 ore, ancora circa quattro ore in più rispetto ai dati degli ultimi tre anni.

Per le portacontainer la durata media degli scali non è stata influenzata in modo critico dal blocco della città e dalla congestione in corso nell’area, è quanto dimostrato dal rapporto – infatti confrontando maggio 2022 con maggio 2021, la media mensile è aumentata di soli 1,2 giorni, da 17 a 18,2 giorni, con un aumento del 6,9%.

Gli scali nave a Shanghai sono diminuiti del 16%, da 1.263 a 1.062, sempre tra maggio 2021 e maggio 2022.

“L’area di Shanghai è molto meno congestionata, il che non sorprende, dato la nuova parziale riapertura”, spiega il rapporto di Windward e Sea-Intelligence – “Supponendo che la capacità di trasporto su gomma torni alla normalità, possiamo aspettarci che questa aumenterà in modo significativo nel mese di giugno, poiché le fabbriche sono affamate di materie prime e un numero significativo di container vuoti dovrà essere inserito nella catena di approvvigionamento dell’area di Shanghai per far fronte a ulteriori aumenti di produzione con l’arrivo dell’alta stagione”.

Rotta Shanghai-LA/Long Beach

Dando un’occhiata al sistema portuale nordamericano, sulla rotta Shanghai – LA / Long Beach, secondo i dati di Windward, nel maggio di quest’anno 19 unitá per una capacità totale di 112.582 TEU hanno fatto scalo a Los Angeles e Long Beach. A confronto con i dati del maggio 2021,  lo stesso dato  mostra 31 unità, per una capacità totale di 194.678 TEU.

Nel maggio 2022 si evidenzia  una  diminuzione del 38,7% del numero di scali portuali effettuati a Los Angeles/Long Beach da navi portacontainer in arrivo da Shanghai, rispetto a maggio 2021 si è verificato un calo di oltre 82.000 TEU di capacità totale. Ciò non sorprende, dato i molti blank sailng che i vettori hanno effettuato su Shanghai nel periodo di picco del bloocco. Nella direzione opposta da Los Angeles e Long Beach a Shanghai gli scali nave sono stati 14  per una capacità totale di 130.564 TEU. Il dato di maggio 2021, è pari a 17 unitá, ma effettuati soprattutto  da navi più piccole, per  una capacità complessiva di 117.395 TEU.

Quindi nel maggio di quest’anno gli scali nave a Shangai sono stati solo 3 in meno ma con una capacità TEU di cresciuta dell’11,2%.

Affidabilità

Le previsioni sui traffici mettono a fuoco un permanere ed aggravarsi della situazione di affidabilità causata dai ritardi previsti nei porti. Fattore che ricadrà, a breve, sui terminal container europei e statunitensi che hanno una capacità di magazzino e dove gli spedizionieri sono comunque riluttanti ad assumersi questo ulteriore onere amministrativo e operativo. La soluzione ovvia sarà quella di lasciare i container nelle fabbriche e nei magazzini, il che si tradurrà nell’incremento delle spese di sosta e si tornerà ad ostacolare il regolare flusso dei vuoti verso l’Asia.

Conclusioni

“L’unica certezza durante questi imminenti tempi incerti è che nessuna persona, o organizzazione, è un’isola” – concludono gli esperti di Windword – “La tecnologia e la capacità degli operatori della catena logistica svolgeranno, pertanto, un ruolo fondamentale nell’affrontare l'”effetto ketchup” e la congestione che ne deriva, nonché le altre crisi che si presenteranno”.

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