L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas entrerà in vigore domenica 19 gennaio. E’ in corso stamani la riunione del Gabinetto di sicurezza israeliano, convocata da Netanyahu, per votare l’accordo di cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi, dopo sarà la volta del governo a doversi esprimere sull’intesa.
La tregua prevede tre fasi, una fase iniziale di sei settimane durante le quali dovrà avvenire: lo scambio degli ostaggi, il ritiro delle truppe israeliane sebbene non completamente perchè i militari israeliani rimarranno ancora in alcune zone cuscinetto e l’afflusso di aiuti umanitari.
L’accordo
Per il rilascio degli ostaggi, Israele ha pubblicato una lista di 33 persone che dovrebbero essere liberate durante la prima fase dell’accordo, Hamas rilascerà 3-4 rapiti ogni settimana, nella lista tuttavia non è specificato lo stato di salute e l’ordine di rilascio. Parallelamente dovrà esserci la scarcerazione di diverse centinaia di detenuti palestinesi.
La seconda e la terza fase dell’accordo devono ancora essere concordate, dal sedicesimo giorno è prevista la ripresa delle trattative per organizzare la seconda che dovrebbe includere un ritiro completo da parte di Israele e il cessate il fuoco permanente. La terza fase che è quella finale, dovrà prevedere la ricostruzione di Gaza e il nuovo assetto di governo.
Secondo i principali analisti del conflitto, l’accordo tuttavia è ancora fragile, si dovrà aspettare per vedere come si sviluppenno le trattative nelle prossime settimane.
Gli Houthi
Dal punto di vista del trasporto marittimo le compagnie marittime stanno aspettando una reazione all’accordo da parte degli Houthi, e le dichiarazioni sono arrivate stamani.
Il leader dei ribelli Houthi dello Yemen, Abdul Malik al-Houthi, come riportato stamani dallo Yemen Times (primo giornale in inglese dello Yemen Unito) ha affermato che il gruppo continuerà gli attacchi se Israele non rispetterà la tregua di Gaza. “le operazioni militari dello Yemen continueranno a sostenere il popolo palestinese se Israele persisterà nei suoi massacri e nelle sue escalation prima di rispettare l’accordo“. Essenzialmente questo significa che sospenderanno gli attacchi alle navi a meno che Israele non violi l’accordo, nel qual caso gli attacchi riprenderanno.
Abdul Malik al-Houthi è intervenuto con queste parole alla televisione, il 16 gennaio, il giorno dopo che i negoziatori israeliani e di Hamas avevano concordato i termini del cessate il fuoco. “Israele ha fallito miseramente a Gaza” – ha detto il leader – “Il nemico israeliano non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi dichiarati e chiari e ha fallito miseramente nel recuperare i suoi prigionieri senza un accordo di scambio”, ha detto Abdul Malik al-Houthi insistendo sul fatto che Israele e gli Stati Uniti erano “obbligati” ad accettare l’accordo.
Questioni che mettono in chiaramente in luce che l’accordo di cessate il fuoco non risolve i motivi del conflitto anche da parte degli Houthi: “La causa palestinese rimane, e il conflitto continuerà finché ci sarà occupazione e oppressione”, sottolineando “la dedizione dello Yemen a porre fine all’occupazione israeliana e a consentire la libertà e l’indipendenza dei palestinesi”
I vettori
Tra i vettori globali del trasporto marittimo di container, Maersk e Hapag-Lloyd hanno dichiarato di non vedere un immediato ritorno alla rotta del Mar Rosso, ma stanno monitorando la situazione.
OOCL nei giorni scorsi nel rendere nota la riorganizzazione dei servizi 2025 ha previsto oltre alla rotazione attraverso la rotta del Capo di Buona Speranza, come alternativa anche quella attraverso il Canale di Suez, anche se al momento non ne sia previsto l’utilizzo.
Nella foto: Le immagini di una nave sequestrata dagli Houthi al largo della costa del Mar Rosso (Photo by Aljazeera, 5 dicembre 2024)