Confitarma, Mattioli: Il Registro Internazionale non si tocca

Il presidente di Confitarma, Mario  Mattioli interviene nella trasmissione di Paolo Liguori “Fatti e Misfatt” – Al nuovo governo la richiesta di un unico ministero del Mare per riunire  competenze oggi frammentate.
 
ROMA– Le navi battenti bandiera italiana impiegano 65 mila marittimi, di questi 37 mila sono italiani o comunitari e 28 mila extracomunitari. Queste le cifre fornite da Mario Mattioli, presidente di Confitarma (l’associazione degli armatori italiani) intervenuto al programma di approfondimento sull’attualità politica, “Fatti e Misfatti”, condotto da Paolo Liguori sul canale Mediaset, TGcom24.
 
Mattioli ha spiegato che la maggior parte dei marittimi extracomunitari sono impiegati a bordo di navi facenti parti del Registro Internazionale che navigano su tratte internazionali e dove la concorrenza con le flotte globali ha un grosso impatto.
Mattioli pertanto ha tenuto a ribadire che ruolo di Confitarma è la tutela delle flotte e delle compagnie armatoriali di bandiera italiana, l’associazione pertanto lavora per contribuire allo sviluppo del nostro Paese.
 
La natura del Registro Internazionale Italiano, ha spiegato Mattioli durante la trasmissione, è uno strumento normativo istituito nel nostro paese 20 anni fa (1998) in linea con gli orientamenti dell’UE, con l’obiettivo di rendere maggiormente competitive le flotte mercantili dei paesi membri e far crescere l’occupazione. Tale Registro dalla sua istituzione ad oggi  si è rivelato uno strumento di grande successo per lo sviluppo dello shipping italiano. Ciò è dimostrato dal fatto che in 20 anni la flotta è raddoppiata ed è una delle flotte di bandiera più importanti al mondo, la terza tra quelle dei principali paesi industriali che fanno parte del G20.
 
Inoltre l’iscrizione nel Registro Internazionale che prevede la defiscalizzazione, condizione indispensabile per poter ridurre i costi di gestione delle navi italiane equiparandoli a quelli delle altre bandiere concorrenti, offre dunque maggiori opportunità alle aziende italiane di competere sui mercati mondiali.
Il presidente Mattioli ha poi rilevato che è praticamente impossibile accertare quanti siano i marittimi italiani disoccupati dato che neanche le Amministrazioni competenti sono in grado di quantificarne il numero. Al contrario, come già detto, è possibile stabilire quanti sono gli occupati a bordo delle navi nazionali.
 
Rispondendo alla domanda sulle retribuzioni, il presidente di Confitarma ha affermato che la legge prevede che ai marittimi extracomunitari debbano essere applicate condizioni almeno pari a quelle previste nel contratto collettivo nazionale di lavoro per i marittimi non-Ue imbarcati su navi del Registro internazionale, sottoscritto dalle Organizzazioni sindacali confederali, garantendo anche per livelli bassi come il marinaio, oltre a condizioni lavorative più che dignitose, analoghe a quelle dei marittimi italiani/comunitari, una paga netta mensile non inferiore a 1.340 dollari. A riprova di ciò Mario Mattioli ha mostrato lo statino di un marittimo filippino imbarcato su una sua nave operante su traffici internazionali il cui salario è pari a 1.954 dollari equivalenti a circa 1.600 euro.
 
Alla domanda di Liguori su quali siano le istanze che l’armamento intende rivolgere al nuovo Governo, il presidente di Confitarma ha individuato:
– Lo  sviluppate di politiche portuali e infrastrutturali nazionali per creare maggiori opportunità di traffici e, quindi di occupazione, intercettando quote di traffici importanti che oggi sono diretti nei porti del Nord Europa.
– L’istituzione di un ministero del Mare che riunisca sotto di sé le competenze di un settore che attualmente fa riferimento a ministeri diversi e che questo quindi porti avanti il lavoro di sburocratizzazione e semplificazione.
-L‘impianto normativo del  Registro Internazionale e Tonnage tax, non si tocca, poiché garanzia di sviluppo della flotta e di incremento dell’occupazione.
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