ROMA – “Ancora una volta Confitarma è costretta, suo malgrado, a commentare comunicati stampa attinenti a singolari proposte contenenti riferimenti che tendono soltanto a creare confusione ed affrontano con demagogia ed approssimazione il tema dell’ordinamento del lavoro dei marittimi italiani».
E’ quanto scrive Confitarma in una nota, arrivata in risposta alle dichiarazioni dei giorni scorsi fatte dall’armatore Vincenzo Onorato che annunciava l’intensificazione della pressione sulle autorità marittime su tabelle di imbarco e composizione degli equipaggi delle navi battenti bandiera italiana. «Copiamo la Gran Bretagna»- scriveva Onorato -«La nuova normativa britannica che prevede sanzioni sino al 200% del differenziale salariale, la pubblicazione di una black list degli armatori che non rispettano le leggi e una incriminazione penale può essere agevolmente mutuata e applicata anche in Italia».
La risposta della Confederazione degli armatori pertanto non si è fatta attendere: «Il recente appello a “copiare” le linee guida britanniche del gennaio 2018 » – scrive Confitarma – «non tiene conto, infatti, che l’impianto giuslavoristico italiano prevede tutele tra le più avanzate del mondo e, per alcuni aspetti, superiori anche quelle britanniche, soprattutto in termini di nazionalità degli equipaggi e di regole di acceso al cabotaggio insulare». «L’Italia poi è all’interno della catena internazionale europea e nazionale dei controlli sulle condizioni del lavoro a bordo: un esempio unico nel panorama industriale mondiale che garantisce il rispetto delle condizioni contrattuali e degli standard previsti dalle Convenzioni internazionali in materia».
«Quella della bandiera italiana è senza alcun dubbio una success story che ha portato a grandi risultati: grazie alla legge 30 del 1998 la flotta di bandiera italiana è più che raddoppiata ed è tornata ad essere competitiva nei traffici internazionali e nel grande cabotaggio dove l’occupazione italiana e comunitaria in venti anni è aumentata del +140%. Non solo. La Bandiera italiana, soprattutto grazie alla crescita avvenuta dopo l’istituzione del Registro Internazionale, oggi si colloca al primo posto nel mondo per numero di marittimi italiani e comunitari occupati, superando anche flotte molto più consistenti della nostra, come ad esempio la flotta greca, che in termini di portata ha una capacità 11 volte maggiore di quella italiana».
«La nostra lunga storia dimostra invece che i nostri marittimi» –conclude Confitarma – «le cui competenze sono riconosciute in tutto il mondo, sono l’asset fondamentale della nostra industria e restano al centro della success story della bandiera italiana».