Assarmatori, Franza: «Impatto devastante ETS su piccolo tonnellaggio e Autostrade del Mare»

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ROMA – «La decarbonizzazione è una sfida talmente grande che è non si può pensare di affrontarla senza l’aiuto dello Stato. Siamo tutti d’accordo che l’ETS possa essere il sistema per stimolare la riduzione delle emissioni complessive di anidride carbonica, ma è essenziale che il ricavo dell’ETS del settore venga interamente investito nel settore per consentirci quell’aggiornamento, senza il quale è inutile pensare che si possa ridurre le emissioni» . Lo ha detto l’armatore Vincenzo Franza, ceo Caronte & Tourist Isole Minori, intervenuto allla Tavola rotonda dell’Assemblea di Assarmatori, alla quale hanno preso parte: Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasport, Salvatore Deidda, presidente Commissione trasporti alla Camera, Marco Bisagno, presidente T. Mariotti, Christos Stylianides, già ministro della Navigazione e della Politica insulare della Grecia e Mauro Mallone, presidente Comitato ETS,.  Dibattito moderato dal direttore de “Il Secolo XIX”, Michele Brambilla.

Franza sulla stessa lunghezza d’onda del presidente di Assarmatori, Stefano Messina, nella relazione introduttiva all’assemblea, ha tracciato delle linee di demarcazione attea a valutare i settori del trasporto marittimo e la tipologia delle navi per tonnellaggio, da escludere dal meccanismo ETS. Tra i primi sicuramente l’esclusione dei traghetti del cabotaggio, della continuità territoriale e delle Autostrade del Mare,  su queste ultime l‘ETS già sta provocando un’inversione dello shift modale (da mare a terra):

«Occorre bilanciare i settori» – ha detto Franza – «in Sicilia abbiamo le Autostrade del Mare e sappiamo l’impatto che l’ETS ha sulla tariffa di un singolo prezzo, già vediamo lo spostamento verso la strada. Non ha senso avere l’ETS con una linea come la Sicilia o la Sardegna» – «che si carica ulteriormente di costi aggiuntivi».

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Navi piccolo tonnellaggio e ETS
Lo stesso vale per le navi di piccolo tonnellaggio, inferiori alle 5mila tonnellate di stazza lorda, ha tenuto a precisare il ceo di Caronte $ Turist  «quello credetemi è un impatto devastante, queste sono navi con consumi sicuramente meno importanti, con un impatto forte sui biglietti andando a toccare le fasce sociali e la continuità territoriale delle isole» –  Rivolgendosi quindi al ministro del Mare, Nello Musumeci, presente e intervenuto all’assemblea, ha specificato: «Siamo pronti con trasparenza e collaborazione come associazione, anche a creare dei Tavoli immediati per affrontare i singoli punti, è un momento dove è importante avere una regia di sistema, lo dico a nome degli armatori».

A rasserenare, anche se parzialmente, gli armatori sulla questione delle navi di piccolo tonnellagio e ETS, lo stesso presidente del Comitato per la gestione dell’ETS, Mauro Mallone, che  ha condiviso con l’assemblea alcune perplessità in merito, anche a nome del ministero dell’Ambiente.
Infatti la Commissione Europea ha lanciato, da poco, una consultazione pubblica per valutare l’opportunità di includere all’interno del meccanismo dell’ETS  del settore marittimo, anche le navi di stazza lorda tra le 400 e le 5mila tonnellate: «a nome del ministero dell’Ambiente esprimo la forte criticità ad ampliare il perimetro dei soggetti inclusi in ETS» ha sottolineato Mallone, si tratterebbe infatti di un numero di navi cospicuo (circa 5mila unità in Italia) con emissioni pari al 9% delle emissioni globali del settore marittimo,«quindi molte navi per poche emissioni di anidride carbonica» – ma il settore comunque necessiterebbe «di un meccanismo troppo oneroso di verifiche da parte dello Stato e nei confronti degli armatori». ha aggiunto.

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Tra le altre questioni all’analisi del Comitato dell’ETS, soprattutto il tema  dell’uniformità a livello globale: «sarebbe auspicabile spingere l’organizzazione» – ha detto il presidente del Comitato ETS  –«a fare un meccanismo unico, un onere uguale per tutti, che riguardi l’armatore greco, quello italiano, come quello peruviano».

 

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