Spezia, stretta tra lo sviluppo di Livorno e Genova, rilancia il progetto di una logistica 5.0

Sommariva, presidente AdSP MLO: "Il porto di La Spezia rispetto al proprio bacino economico di riferimento ha una funzione economica insostituibile ed ha anche una proiezione futura”.
spezia porto

LA SPEZIA – L’impatto economico diretto del porto della Spezia sull’economia nazionale è di 1,8 miliardi, quello indiretto è di 1,3 miliardi, l’indotto vale 1,5 miliardi per una somma complessiva di 4,7 miliardi. L’occupazione che ne deriva rappresenta quasi 28 mila unità lavorative. “Sono molti i settori che generano questa occupazione? No, non ci sono, specialmente nel nostro territorio”.

Sono le cifre di PTS Class con cui Mario Sommariva, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, rivendica con forza il ruolo del porto della Spezia nell’economia nazionale, o meglio, nella politica industriale del Paese, al convegno “Sotto il segno del Porto” promosso dall’ente. Durante il quale è stato annunciato un progetto di rilancio dei traffici e del ruolo dello scalo a livello nazionale e internazionale.

Lo scalo spezzino collocato tra i porti di Livorno e Genova, entrambi con grandi progetti di investimento e di espansione: “potrebbe fare la fine del vaso di coccio tra i due vasi di ferro” – nel tratto di costa dove si concentra il 60% del traffico container nazionale.
“Ma noi di coccio non siamo” – rimarca il presidente – “perché il porto di La Spezia rispetto al proprio bacino economico di riferimento ha una funzione economica insostituibile ed ha anche una proiezione futura”.

Una relazione appassionata quella di Sommariva in apertura del convegno svolto stamani presso l’auditorium dell’Autorità di Sistema Portuale, llustrando un “progetto che si basa su un metodo” – ha detto – che è quello della collaborazione tra il pubblico e il privato, gli operatori, le imprese: terminalisti, spedizionieri, doganalisti, con una comunità portuale fortemente coesa, un punto di forza e modello di sviluppo, dello scalo.

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La Comunità portuale, modello di sviluppo e punto di forza del porto della Spezia. Tema affrontato dalla presidente degli agenti marittimi spezzini, Giorgia Bucchioni, – La Comunità portuale” – ha detto – “è uno dei segreti che hanno fatto grande questo porto e costituisce un modello spendibile e un grande patrimonio. La comunità spezzina ha sempre saputo fare fronte comune mantenendo ognuno la propria specificità, con l’obiettivo unico di rendere grande il nostro porto per la città, non solo per la comunità portuale con l’Autorità portuale che ci guida e porta avanti i progetti nonostante le difficoltà”.

Dello stesso avviso il presidente degli spedizionieri, Alessandro Laghezza: “Unità d’intenti e volontà di dare, ciascuno, il proprio contributo per il porto” – ha sottolineato. “Gli spedizionieri sono un asse importante per il porto, a Spezia abbiamo due eccellenze: quella doganale, con le due maggiori società di operazioni doganali italiane” – di cui una è la Laghezza – “l’altra eccellenza è il retroporto che noi spedizionieri abbiamo sviluppato per dare alle merci servizi logistici” – Santo Stefano di Magra – “dove ci sono circa 80 mila metri quadri di magazzini in cui si fa logistica, con centinaia di persone impiegate, dove vengono processati migliaia di contenitori”.

“Il rilancio del nostro porto? Transita attraverso quello che potrebbe essere chiamato il progetto “La Spezia 5.0” – è intervenuta il segretario generale dell’AdSP Federica Montaresi – un rilancio in grande stile della formula logistica vincente che da sempre ha caratterizzato La Spezia, di coordinamento fra porto, ferrovia, retroporto, insieme a digitalizzazione avanzata al punto da essere diventata un brevetto (unico caso in Italia), semplificazione doganale, approccio innovativo ai servizi, tra cui la recente implementazione di un servizio shuttle camionistico fra porto e retroporto”, a cui si aggiunge oggi il fattore “colibrì”, ossia ognuno, anche nel suo piccolo, sa che dovrà fare la sua parte.

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Su tema ferroviario l’intervento del ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, non ha escluso le voci insistenti circa un inserimento della linea strategica ferroviaria Pontremolese fra La Spezia e Parma nell’accordo di programma. Specificato il proprio impegno, soprattutto in sede comunitaria, a verificare la disponibilità di finanziamento. Il ministro ha anche tenuto a battesimo il progetto della Zona Logistica Semplificata.

Il compito di tracciare le conclusioni del convegno è spettato al vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, che per la prima volta in modo netto ha evidenziato i contenuti della sfida del PNRR. Una sfida che sta trasformando il Paese e le sue infrastrutture in un enorme cantiere e che richiede quindi una strettissima collaborazione affinché questa attività di rinnovo e rafforzamento di una rete infrastrutturale che, sia in campo ferroviario sia in quello autostradale, inevitabilmente sta creando disagi e limitazioni all’operatività quotidiana sia nel campo della logistica sia in quello della mobilità.

Uno sforzo – ha rimarcato Rixi – che richiede una forte collaborazione (esattamente come accade a La Spezia) fra pubbliche amministrazioni e privati, una digitalizzazione della catena logistica e quindi la realizzazione di una piattaforma che consenta di non trasformare l’investimento di oltre 200 miliardi in atto nel settore infrastrutturale in un black out operativo che solo l’eccezionale flessibilità e un know-how tecnologico, che è invidiato all’Italia anche da grandi Paesi avanzati, sta scongiurando.

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