Servizi di ormeggio e nuovo Regolamento Codice della Navigazione/ Intervista Guidi, Angopi

Cesare Guidi, presidente ANGOPI. I servizi di ormeggio e l”improrogabilità del nuovo Regolamento del Codice della Navigazione che fornirà strumenti normativi aggiornati e oggi mancanti in adeguamento alle normative internazionali ed europee – La Formazione professionale lungo tutto il percorso di vita professionale, la modalità di accesso al mercato,  il concorso, la formazione quinquennale”. VIDEO INTERVISTA
 
di Lucia Nappi
 
PIOMBINO– Del nuovo Regolamento del Codice della navigazione si è parlato a Piombino nell’ambito del convegno promosso da ANGOPI (Associazione Nazionale Gruppi Ormeggiatori e Barcaioli Porti Italiani) per esprimere le riflessioni su questa nuova normativa, ancora in fase di stesura, che servirà a fornire gli strumenti necessari e ancora mancanti per l’esercizio del servizi di ormeggio nei porti nazionali, anche in relazione all’adeguamento richiesto dalle discipline internazionali ed europee.
 
“E’ ormai improrogabile arrivare all’aggiornamento del Codice della Navigazione. Le riflessioni che facciamo oggi sulla sicurezza nei porti”, – sottolinea Cesare Guidi presidente di Angopi, incontrato a margine dell’iniziativa – “sono importanti perché la sicurezza è l’elemento necessario da cui partire per procedere ad aggiornare una normativa vecchia di 65 anni”.
 
Quali sono le necessità da voi espressa nei confronti di questo Regolamento?
E’ un obbligo imposto dalle nuove normative in ambito internazionale: dalle linee guida IMO, dal Regolamento europeo del marzo 2017,  dalla Legge 230 e dalla Legge 232,  questi sono vincoli dai quali non possiamo esimerci.
 
Il quadro normativo a cui Guidi fa riferimento è quello intervenuto negli ultimi due anni e che ha apportato grandi novità nel campo dei servizi tecnico-nautici, di cui i servizi di ormeggio fanno parte:
Il Regolamento europeo 352 del marzo 2017 che istituisce il quadro normativo con cui si individuano e si definiscono i servizi tecnico-nautici, prevedendone l’applicazione a tutti i porti marittimi della rete transeuropea. Questo Regolamento tuttavia detta disposizioni solo di carattere generale, mentre i modelli organizzativi dei porti europei variano da paese a paese, poichè le situazioni portuali sono estremamente diverse tra loro, pertanto si rende necessario da parte di ciascun paese membro, la definizione dei modelli per definire meglio i requisiti professionali e per fissare degli standard con cui operare.
La Legge 230/2016 che modifica il Codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti e con disposizioni in materia di servizi tecnico-nautici, questa è una normativa che interviene sugli aspetti relativi ai servizi di pilotaggio, tuttavia lascia ancora da definire gli aspetti relativi ai servizi di ormeggio.
Decreto legislativo 232/ 2017 che detta disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 169, concernente le Autorità portuali.
 
L’altro aspetto su cui intervenire è il Codice della navigazione ormai datato, risale a 65 anni fa”- spiega Guidi- “ L’aggiornamento si rende necessario proprio per la funzione nuova che hanno gli ormeggiatori nei porti al servizio della sicurezza e della efficienza nautica. Le intervenute modifiche nei porti e negli approdi, obbliga la categoria a nuovi percorsi ad esempio la formazione professionale da cui dovranno essere accompagnati per tutta la vita. Inoltre obbliga la categoria ad una modalità diversa di accesso al mercato, nel senso che da vincitori di bando di concorso ed iscritti immediatamente nei registri, anche in questo caso obbliga ad un percorso formativo di almeno un quinquennio. Queste sono alcune delle necessità impellenti che ci obbligano ad adottare il nuovo Regolamento del Codice della Navigazione.
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