Riforma portuale, Nicolini (Confetra): “Doveva esserci una Cabina di regia?”

Panaro Musolino

Riforma portuale – Luigi Merlo, presidente Federlogistica: “ Comitato di gestione dell’AdSP una maggiore responsabilizzazione da parte delle istituzioni” – “La faccia ce la devono mettere il sindaco e il presidente di Regione, in subordine gli assessori”.

Lucia Nappi

LIVORNO – “La Riforma portuale doveva rappresentare un cambio di passo, per arrivare ad un sistema integrato in una logica nazionale. Tutto questo non è mai avvenuto, non si è mai arrivati ad una strategia che permettesse al sistema logistico e portuale di competere sul mercato europeo e globale”.
Lo dice il vice presidente di Confindustria (con delega all’Economia del Mare) Natale MAZZUCCA, intervenendo stamani al tavolo di confronto sul tema della Riforma portuale a quattro anni dalla sua entrata in vigore. Un incontro, in forma digitale, una sorta di “tagliando” per mettere a fuoco quello che non è andato e le necessità più urgenti rispetto alla Riforma dei porti, con uno sguardo sulle prospettive per il Cluster della Logistica e dei Trasporti –
Presenti le associazioni di categoria che nella loro globalità rappresentano la logistica i trasporti e i porti. Oltre a Confindustria, Guido NICOLINI presidente di Confetra e Luigi MERLO presidente Federlogistica Conftrasporto. A fare da sfondo il Bilancio di Mandato dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale, presentato, la scorsa settimana, dal commissario, Pino MUSOLINO, promotore dell’incontro. “Un documento che vuole rispondere a tutte le sollecitazioni dal territorio e dallo scenario competitivo” sottolinea in apertura Alessandro PANARO responsabile Maritime & Energy – SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno -nel ruolo di coordinatore dell’incontro.

Dice Mazzucca: “Ci sono potenzialità ancora inespresse e una globale assenza di una visione politica strategica per il sistema dei porti” Elencando poi le note dolenti di un sistema che non funziona ancora-”procedure farraginose e complesse anche per effettuare operazioni semplici come nel caso del dragaggio, interferenze che bloccano scelte per rendere più competitivi i porti”.

Pertanto ancora molta strada da fare per quanto riguarda la digitalizzazione, anche per velocizzare il transito delle merci. Le Zes sono uno snodo fondamentale per incrementare investimenti pubblici, ma necessario concludere l’iter approvativo in alcune regioni. Un altro tema da affrontare é quello delle Zone Franche che dotrebbero diventare forti attrattori di investimenti.

Il presidente di Confetra, Nicolini, si sofferma sul ruolo strategico della logistica e dei porti, partendo dalla fase pandemica: “Siamo stati chiamati a fare in modo che la logistica continuasse a lavorare per servire il Paese” – “da questa situazione, una parte dei carrier del settore del trasporto e della logistica ne hanno beneficiato” – spiega l’inciso: “I carrier hanno risposto al calo della domanda togliendo dal mercato capacità di stiva, con ripetuti blank sailing e ottenendo, non il crollo delle tariffe di trasporto, ma anzi” – specifica – “Una strategia che sta dando i suoi frutti, per la loro redditività”.

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L’altro problema che il presidente di Confetra mette in evidenza è “il gigantismo navale, perché si concentrano, in meno giorni e in meno tempo, masse di merce da movimentare stressando tutte le strutture logistiche: porti, spedizionieri, dogane”

Il peso del settore mare rappresenta il 36% degli scambi commerciali per l’Italia, per un valore nel 2019 di 249 miliardi di euro (-2,2% rispetto al 2018 si evidenziano già a fine 2019 dei segnali di rallentamento).
“In questo contesto la Riforna è diventata necessità improrogabile” – specifica Nicolini da qui indica i principali fattori su cui intervenire.
Si parte dalla necessità di avere certezza sui tempi e sulle semplificazioni (controlli doganali, codice appalto,) troppi procedimenti amministrativi che rallentano il meccanismo e fanno perdere di competitività al sistema portuale e logistico.
Inoltre Nicolini auspica a elementi che consentano “maggiore fiducia a chi è nominato nella Pubblica Amministrazione (…) a chi gestisce le Autorità di sistema Portuale, tale che sia possibile lavorare con trasparenza ed etica, ma anche con serenità” – “I presidenti di Authorithy non possono rischiare ogni giorno avvisi di garanzia “.

Ma l’affondo arriva su quello che nella Riforma, avrebbe dovuto essere lo strumento di confronto tra operatori e i decisori pubblici: il Tavolo dell’Organismo di partenariato – “che di fatto non esiste” – dice – “Doveva esserci una Cabina di Regia?“- Aggiungendo poi che la ministra dei Trasporti si era impegnata a ripristinare il Tavolo – “aveva promesso di farlo entro settembre, auspichiamo che possano iniziare delle date entro l’anno”.

Ne conviene anche il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, che nell’ambito del ministero di Delrio ebbe un ruolo nella stesura di parte della Riforma, “Dare gambe e struttura a quel Tavolo, Tra tutti i temi quello del coordinamento nazionale, il più discusso e dibattuto durante la stesura della Riforma, e oggi da tutti sottolineato come elemento di necessità. Spesso i governi cambiano e, la necessità di dare continuità ad una programmazione nazionale sul tema della portualità, è condivisa da tutti”. La denuncia è quella di una mancata attuazione della Riforma.
Ma attenzione, avverte Merlo, ci sono anche temi dei quali la Riforma dovrà tenere presente come i cambiamenti climatici, esemplificativo ne è il Mose, sfida importantissima.

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Altro tema caldo su cui si sofferma il presidente di Federlogistica è il Comitato di gestione dell’AdSp che ha al suo interno la rappresentanza di Regione ed enti locali, strumento fondamentale delle cittàdi porto, lanciando il concetto di una maggiore responsabilizzazione da parte delle istituzioni: “Ci deve essere la responsabilità e il lavoro comune delle istituzioni principali” – “La faccia ce la devono mettere il Sindaco e il presidente di Regione, in subordine gli assessori”.

Prende la palla al balzo il commissario Musolino, che sul Comitato di gestione concorda sul tema della responsabilizzazione, facendo entrare a più alto livello le rappresentanze degli enti. Rispetto alla vicenda di Venezia commenta: “Interpretazione esagerata della legge, per cui alcuni enti locali hanno cercato di interdire la capacità di pianificazione e sviluppo del porto, magari per logiche localistiche e non legate ai temi nazionali”-

Il mondo della produzione necessità di un cambio di mentalità rispetto al comparto della logistica suggerisce Musolino -“il passaggio da un modello di economia ex-works a un modello che utilizza i propri contratti di vendita per far sviluppare la propria catena logistica potrebbe far emergere anche una serie di campioni nazionali” –  Sul tema Nicolini aveva specificato il suggerimento di Confetra al Governo perchè si valutassero “delle agevolazioni per le aziende manifatturiere che decidessero di modificare la loro strategia di vendita modificando le condizioni di consegna della merce franco fabbrica. Il problema tutto italiano è che “le merci partano e arrivino da altri porti di altri paesi e che le nostre strutture logistiche non siano utilizzate”.

In ultimo il commissario dell’Authority nel soffermarsi sulle caratteristiche del sistema portuale di Venezia e Chioggia dice: “La Riforma doveva portare ad una managerialità, ho ritenuto che dopo un triennio fosse importante presentare un Bilancio di Mandato, per dire cosa è stato fatto con dati oggettivi”.

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